Svizzera

Gli sponsor 'scomodi'? Sono come la gramigna

Prima del caso Philip Morris-Dfae, la direttrice del Dipartimento della difesa Amherd aveva ordinato un controllo interno

28 luglio 2019
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Sponsor privati non causano problemi solo al Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae), al centro di una bufera per il sostegno di 1,8 milioni di franchi da Philip Morris, il maggior produttore di tabacco al mondo, al padiglione svizzero all’Esposizione universale di Dubai.

In passato Japan Tobacco ha sponsorizzato attività culturali del Dipartimento federale dell’interno (Dfi) e industrie come Ruqt, Pilatus e Swisscom manifestazioni aeronautiche in cui era implicato il Dipartimento della Difesa (Ddps). All’inizio di luglio, prima della vicenda che ha investito il dicastero di Ignazio Cassis (Plr), la direttrice del Ddps Viola Amherd (Ppd) ha ordinato un controllo interno al dipartimento.

Lo indica il SonntagsBlick, che ha ottenuto la direttiva, datata 3 luglio. Anche Keystone-Ats ha potuto leggere il documento. Secondo la consigliera federale, il problema si è aggravato: "Negli ultimi anni le sovvenzioni provenienti da fonti di finanziamento private (sponsorizzazione) hanno acquisito importanza per l’amministrazione pubblica a causa della diminuzione delle risorse budgetarie", indica il documento. "L’amministrazione pubblica deve assolutamente evitare qualsiasi influenza esterna involontaria nonché l’impressione di essere influenzata. L’accettazione di fondi di sponsorizzazione deve quindi essere soggetta a regole severe".

I risultati dell’audit dovrebbero essere disponibili in autunno. Della volontà di fare chiarezza del Ddps aveva riferito anche la Neue Zürcher Zeitung (Nzz) martedì scorso in un’inchiesta sulla sponsorizzazione da parte dell’economia privata dell’amministrazione federale. Interrogato dal quotidiano zurighese, il responsabile della comunicazione del Ddps Renato Kalbermatten aveva indicato che il dipartimento ha una pratica restrittiva. I sostegni privati provengono da industrie dell’armamento elvetiche e da fornitori.

Al SonntagsBlick il Ddps riferisce di tre manifestazioni aeronautiche a cui hanno partecipato sponsor: i 50 anni della base aerea di Alpnach (Ow), il centenario dell’aeroporto di Dübendorf (Zh) – entrambi nel 2014 – nonché il 75esimo anniversario dell’apertura dell’aeroporto di Meiringen (Be) nel 2015. "Le aziende che hanno fatto da sponsor erano aziende attive nell’armamento o di grandi dimensioni, nei due casi con sede in Svizzera", ha indicato per iscritto al domenicale il dipartimento, "ad esempio RUAG, Pilatus, Swisscom" e aziende locali.

Alla festa di Meiringen i fondi privati hanno raggiunto 100mila franchi. "Tra gli sponsor più importanti c’erano le imprese edili locali, aziende di trasporto e i ristoratori, così come molti piccoli sponsor", ha precisato il Ddps. L’indagine del SonntagsBlick rivela che le pratiche variano a seconda dei dipartimenti e dei singoli consiglieri federali. Accanto alla decisione di Amherd, alle redini del Ddps da pochi mesi, rivelatore è il caso del Dipartimento federale dell’interno (Dfi), che comprende assicurazioni sociali, sanità e cultura. Nel 2012 e 2013 il fabbricante di sigarette Japan Tobacco International aveva versato in ciascuno dei due anni 54mila franchi per il premio del cinema svizzero, ha indicato al domenicale una portavoce. Quando il Dfi è passato dalle mani di Didier Burkhalter (Plr) a quelle di Alain Berset (Ps) la collaborazione con Japan Tobacco è stata disdetta.

Già prima dell’arrivo in governo di Amherd, direttive interne al Ddps impedivano pubblicità per tabacco, come pure di carattere religioso e politico. Attualmente i rapporti tra sponsor privati e dipartimenti federali sono regolati da una direttiva dell’Amministrazione federale delle finanze che lascia parecchio margine di manovra, ricordava la Nzz, che ha interrogato la Cancelleria federale.

Il mese prossimo la Commissione della politica estera (Cpe) del Consiglio nazionale intende esaminare se e quali rischi rappresenti lo sponsoring privato. In un secondo tempo si valuteranno, se necessario, i necessari provvedimenti. In ogni caso "è importante evitare qualsiasi isteria", ha detto alla Nzz la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Ppd/Bl), che presiede la Cpe. Del tema si occupa per prima questa commissione perché il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) è di gran lunga il dicastero più esposto a possibili problemi.

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