Svizzera

‘Pulito, ordinato... disastroso’ per le api

I preziosi insetti asfissiano fra pesticidi, tappeti erbosi all’inglese e zone verdi gestite intensivamente. Parla Davide Conconi, presidente degli apicoltori ticinesi

(TiPress)
18 maggio 2019
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Prati fioriti, legno morto, siepi di piante indigene, hotel per insetti: chiunque, nel suo piccolo, può fare qualcosa per le api. Ce lo ricorda la giornata mondiale delle api (lunedì 20 maggio, cfr. sotto). ‘laRegione’ ne ha parlato con Davide Conconi, presidente della Società ticinese di apicoltura (Sta).

Dunque qualsiasi cittadino – non solo gli apicoltori – può contribuire a creare un habitat favorevole alle api?

Certo. Il singolo cittadino, ma anche i gestori del verde pubblico, ovvero i responsabili delle aree verdi comunali, possono fare tanto: innanzitutto piantare specie indigene; poi ridurre la frequenza degli sfalci, lasciando crescere la vegetazione e fiorire i prati; bisognerebbe anche ridurre al minimo le lavorazione del terreno, perché nel suolo nidificano molti insetti come le api selvatiche; infine, è importantissimo non usare chimica.

L’impressione però è che in Ticino, a parte rare eccezioni, il verde pubblico continui ad essere gestito in maniera intensiva; e che il tappeto verde – parente stretto della casetta unifamiliare – sia sempre oggetto di culto.

Quest’anno ho notato che tanti bordi strada, prati e aree verdi pubbliche sono stati tagliati prestissimo: in questo modo non si lascia alcuna chance di fioritura alle piante. Nei comparti dove sono spuntate villette e palazzine, la gestione degli spazi comuni resta per lo più del tipo prato verde/lauroceraso/tuia. Tutto questo dà un’impressione di pulito e ordinato, ma dal punto di vista della biodiversità è un disastro. E non ha senso nemmeno da un punto di vista finanziario: un prato verde ha bisogno di molta manutenzione, e ciò è dispendioso. Inoltre va irrigato regolarmente; e guardando al futuro, pensando cioè al riscaldamento climatico [con l’acqua destinata a diventare un bene sempre più prezioso, ndr], non mi sembra una buona scelta.

Gli hotel per insetti, in vendita un po’ ovunque, possono creare un habitat favorevole alle api selvatiche?

Non voglio essere critico sull’aspetto commerciale. L’importante è che questi oggetti non diventino una foglia di fico: “Ho comprato l’hotel per insetti, così faccio qualcosa per la natura”. Purtroppo, questi oggetti non servono a niente se poi il prato rimane un deserto verde e se si continuano ad usare pesticidi. Un prato verde, almeno qualche erbicida e fungicida lo richiede. E non dimentichiamo che per gli insetti – anche per le api – i fungicidi sono quasi altrettanto tossici degli insetticidi.

 

Ecco come si può dare una mano ad api selvatiche e calabroni

Prati fioriti invece di tappeti erbosi all’inglese, legno morto e siepi di piante indigene piuttosto che giardini troppo curati e ordinati: in occasione della giornata mondiale delle api (20 maggio), alcuni semplici accorgimenti per aiutare questi preziosi animali in pericolo.

L’ape non è il solo insetto minacciato, ma è diventata un simbolo della lotta per la salvaguardia della biodiversità. Il suo contributo quale impollinatrice è a rischio a causa di pesticidi e parassiti. Per questo motivo l’Onu ha deciso di dedicarle un’apposita giornata.

Peter Neumann, dell’Istituto di salute delle api (Ibh) dell’Università di Berna, afferma di sperare in un’evoluzione del gusto estetico della popolazione: “un prato fiorito con api e farfalle è ben più bello di uno tagliato troppo corto”. A detta dello specialista la gente – soprattutto nelle città – può fornire un grande contributo, in particolare per le api selvatiche e per i calabroni che, contrariamente alle api domestiche, hanno un modo di vita solitario. Giardini, parchi e balconi offrono loro molte piccole fonti di nutrimento.

Fra l’inizio dell’anno e la fine dell’autunno c’è quasi sempre qualcosa che fiorisce, ha aggiunto Neumann, consigliando ai proprietari di giardini di rinunciare alla ghiaia, al cemento e al culto del tappeto verde (in almeno una parte del prato l’erba andrebbe tagliata solo saltuariamente, ad esempio). Prima di tutto però bisogna smetterla con i pesticidi. “Quasi tutti i prodotti sul mercato hanno un effetto ad ampio spettro: ciò che agisce sulle formiche e sul balcone lo fa anche sulle api”, mette in guardia il professore.

Altro aspetto fondamentale: lasciare agli insetti la possibilità di trovarsi dei nidi vicini alla fonte di nutrimento. “A cosa serve un bel prato se il calabrone non può metter su casa lì vicino?” A tal proposito vanno benissimo siepi di piante locali, legno morto e superfici terrose. Possono essere usate anche le strutture in commercio, ma è meglio documentarsi bene prima di acquistarle.Neumann giudica comunque positivamente il fatto che negli ultimi anni molte persone si siano lanciate nell’apicoltura, spesso per la gioia che produce questa attività più che per il miele in sé. 

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