Svizzera

Qualche ragione di avere Fifa

L’Autorità di vigilanza sta valutando se avviare un’indagine disciplinare nei confronti del procuratore generale della Confederazione Michael Lauber

(Keystone)
26 aprile 2019
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Nel 2018 l’intricata vicenda legata alla Fifa è stata al centro dell’attività dell’Autorità di vigilanza del Ministero pubblico della Confederazione (Mpc). In particolare l’organo di controllo è intenzionato a fare piena luce sugli incontri fra il procuratore generale Michael Lauber e il presidente della Federazione internazionale di calcio Gianni Infantino, ha precisato ieri in occasione della presentazione del rapporto annuale.

L’autorità di vigilanza metterà a disposizione tutte le risorse per chiarire la situazione, ha dichiarato alla stampa il suo presidente Hanspeter Uster. «Non sappiamo con certezza cosa sia successo». Data la complessità dell’indagine, l’organo di vigilanza riconosce la necessità che le autorità discutano dei procedimenti con le parti. I due incontri informali che si sono svolti nel 2016 tra Michael Lauber e il neoeletto presidente della Fifa Gianni Infantino non sono anomali in quanto tali; il problema è che il codice di procedura non è stato rispettato.

Tutti gli atti essenziali devono essere registrati in verbali, ma questo non è avvenuto. Documentare gli incontri è essenziale, ne va della credibilità dell’istituzione, ha detto Uster. Tutte le parti coinvolte del procedimento, inoltre, hanno diritto a visionare i fascicoli completi. Nel novembre 2018 l’organo di controllo ha così raccomandato che incontri e discussioni con le parti e le altre persone coinvolte vengano menzionati nel dossier. L’applicazione di questa misura sarà monitorata fino alla fine del 2019. Lauber ha assicurato che si atterrà a queste regole, ma vuole prima attendere il parere giuridico del Tribunale penale federale.

Ma potrebbero esserci altri strascichi. L’Autorità di vigilanza valuta infatti se avviare un’indagine disciplinare nei confronti di Lauber. I giornali del gruppo Tamedia hanno rivelato la settimana scorsa che ci sarebbe stato un terzo incontro fra lui e Infantino nel 2017. Bisogna capire perché Lauber, alla domanda se ci fossero stati ulteriori colloqui con la Fifa o con l’Uefa dopo il 2016, ha risposto con un ‘no’, ha detto Uster. «Occorre inoltre chiarire per quali ragioni tutte le persone interrogate finora non ricordino questo incontro», ha aggiunto.

L’indagine preliminare dovrebbe concludersi entro la fine della prima settimana di maggio. Un eventuale procedimento disciplinare verrebbe condotto da una persona esterna. Le sanzioni possibili: un avvertimento, una nota di biasimo e una riduzione del 10% dello stipendio per un anno. Il risultato potrebbe anche avere un impatto sulla rielezione da parte del Parlamento del Procuratore generale per il periodo 2020-2023.

25 dossier e uno scottante colloquio

Il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) si occupa della vicenda Fifa dal 2015. A seguito di una denuncia penale presentata dalla federazione stessa nel 2014, quando era presieduta da Joseph Blatter, è stato avviato un procedimento penale contro ignoti per amministrazione infedele e riciclaggio di denaro tramite conti bancari elvetici. L’inchiesta – che ruota attorno all’assegnazione dei mondiali di calcio 2018 e 2022 – si è poi allargata: l’Mpc conduce ora 25 indagini penali, collabora con 15 autorità straniere e analizza documenti per un volume totale di dati di 19 terabyte. In quanto entità giuridica, la Fifa non è accusata in nessuno dei procedimenti: è parte lesa e collabora con la Procura federale per chiarire i fatti.

È in questo contesto che il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber e il presidente della Fifa Gianni Infantino si sono incontrati. A più riprese. Incontri – tre, a quanto pare: i primi due, certi, nel 2016, il probabile terzo nel giugno 2017 – che sono finiti sotto la lente dell’Autorità di vigilanza dell’Mpc. Nel novembre 2018, l’autorità di vigilanza ha interrogato il procuratore federale e Lauber aveva difeso il suo operato. I colloqui erano necessari per chiarire questioni legate all’inchiesta sul mondo del calcio, aveva detto ai media. 

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