Svizzera

'Sì alla nuova legge sulle armi per mantenere Schengen'

Un comitato formato da esponenti di praticamente tutti i partiti, escluso l'Udc, si batte per trasporre nel diritto elvetico la direttiva Ue sulle armi

Keystone
2 aprile 2019
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Un comitato comprendente esponenti di numerosi partiti è sceso oggi in campo per difendere la revisione della legge sulle armi sottoposta a votazione popolare il prossimo 19 maggio. A suo avviso la riforma presenta due vantaggi principali: maggiore sicurezza e il mantenimento degli accordi di Schengen e Dublino.

La posta in gioco è elevata e non si possono sprecare forze, hanno indicato in una conferenza stampa a Berna i membri del comitato, di cui fanno parte esponenti di Plr, Ps, Ppd, Verdi liberali (Pvl), Verdi, Pbd e Partito evangelico (Pev). Le campagne dei vari partiti sono indipendenti e gli argomenti sono diversi, ma l'obiettivo è lo stesso, hanno spiegato. L'Udc, che ha promosso il referendum con le associazioni di tiratori, è l'unico partito che raccomanda di bocciare il decreto federale che traspone nel diritto svizzero la direttiva dell'Unione europea sulle armi.

La votazione non riguarda solo le armi, ma anche gli accordi di Schengen e Dublino. La Svizzera deve far propria la nuova direttiva europea se vuole rimanere parte dei relativi spazi. In caso di voto contrario, la cooperazione terminerà automaticamente, a meno che tutti gli Stati membri dell'Ue e la Commissione europea non accettino, entro 90 giorni dalla notifica della Svizzera, di fare una concessione a Berna.

 

Gli oppositori della revisione insistono sulle minacce che pesano sulla tradizione del tiro in Svizzera. Tuttavia l'attuazione della direttiva europea sulle armi prevede eccezioni, ha fatto notare il presidente del Pbd e consigliere nazionale glaronese Martin Landolt. La riforma non concerne né le armi di ordinanza né il tiro sportivo. "Nessuno sarà disarmato e non c'è alcun diktat europeo", ha detto, facendo riferimento agli slogan degli oppositori.

Il fucile d'assalto militare non sarà considerato come arma proibita per i soldati che decideranno di conservarlo al termine del servizio militare. Lo sarà solo se viene ceduto a un erede o venduto. I possessori di armi da fuoco che rientrano nella categoria delle armi vietate dovranno solo procedere a un annuncio al loro cantone entro tre anni.

L'acquisizione di un'arma e il suo utilizzo per il tiro sportivo rimarrà possibile tramite autorizzazione eccezionale (ma senza permesso di acquisizione). Le persone interessate devono inoltre dimostrare, dopo cinque e dieci anni, di far parte di una società di tiro o di praticare regolarmente il loro sport. Non cambierà nulla per i cacciatori e sono previste disposizioni per i collezionisti e i musei.

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