Svizzera

Ong svizzere, niente più fondi europei

La decisione, comunicata prima di Natale, riguarda organizzazioni come Caritas e Medici senza Frontiere Svizzera. Nel 2018 avevano ricevuto 50 milioni di franchi

4 febbraio 2019
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Dieci organizzazioni non governative svizzere hanno ricevuto una brutta sorpresa poco prima di Natale. La Commissione europea le ha infatti informate che a partire dal nuovo anno non avrebbero più ottenuto fondi dall'Ue per i loro progetti. Nel 2018 avevano intascato da Bruxelles oltre 50 milioni di franchi.

Il provvedimento è stato notificato tramite una lettera del 21 dicembre della Direzione generale che si occupa delle operazioni di aiuto umanitario, della quale ha riferito la radio SRF e che Keystone-ATS ha potuto consultare. Nella missiva si spiega il motivo all'origine dell'interruzione del partenariato, vale a dire l'assenza di basi legali.

La decisione interessa fra le altre Caritas, World Vision e Medici senza Frontiere Svizzera, tutte ong attive in zone di crisi. Felix Gnehm, direttore di Solidar Suisse, ha espresso a Keystone-ATS il proprio rammarico: "Nel medio e lungo periodo perdiamo un importante finanziatore".

"È stato un piccolo shock, non ci aspettavamo che ciò accadesse in tempi così brevi", ha inoltre dichiarato sulla vicenda alla SRF Gnehm, ammettendo però di sapere che l'Ue stava esaminando il futuro della collaborazione con le ong elvetiche nell'ambito della Brexit.

Mark Herkenrath, numero uno di Alliance Sud, sospetta dal canto suo che dietro la mossa vi siano intrighi politici e che l'Ue agisca nel contesto dell'imminente divorzio fra Londra e Bruxelles. Chi ne paga le conseguenze sono le persone bisognose nei Paesi in via di sviluppo, ha commentato.

Una portavoce dell'Ue ha però smentito che si tratti di una punizione politica. Non vi sarebbe dunque alcun legame con le difficili trattative tra Svizzera e Unione europea sull'accordo quadro.

Stando alla SRF, ci sarebbero documenti che provano come all'interno dell'Ue, sul tema, si siano scontrate due correnti. Alla fine avrebbe prevalso la linea del Servizio giuridico, guidato dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, a favore del taglio dei fondi, mentre la Direzione generale responsabile spingeva per continuare a sostenere le ong.

La Commissione europea lascia comunque aperto uno spiraglio. La portavoce ha indicato che si sta cercando una soluzione con le associazioni coinvolte, ma senza precisare fino a che punto si sono spinti i colloqui. La decisione non tocca i fondi di sviluppo di EuropeAid, l'Ufficio di cooperazione europeo. Tuttavia, per gli esperti, l'accesso a questo servizio di supporto è più complicato.

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