Svizzera

Nessuna prescrizione per il risarcimento delle vittime dell'amianto 

(©Ti-Press / Davide Agosta)
26 novembre 2015
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La bocciatura di un risarcimento per danni morali a due figlie di una vittima dell’amianto va rivisto in seguito a una sentenza di Strasburgo. Lo ha deciso il Tribunale federale di Losanna, che ha accolto una richiesta di revisione del processo. La Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato nel 2014 la Svizzera a causa della prescrizione imposta in una vicenda legata all’amianto. Il caso in questione torna quindi al Tribunale del lavoro di Baden (Ag) per una nuova decisione. La Corte argoviese non potrà più respingere la richiesta di risarcimento motivando la decisione con la prescrizione. Il padre delle due richiedenti è morto nel 2005 per un cancro della pleura. La malattia potrebbe essere conseguenza di una esposizione all’amianto avvenuta anni fa sul posto di lavoro, presumibilmente durante un apprendistato effettuato nel 1962 presso una fabbrica della Oerlikon. Prima del decesso, l’uomo aveva fatto causa alla ditta per ottenere 213 mila franchi. Il Tribunale del lavoro nel 2009 aveva però respinto la richiesta a causa della prescrizione, decisione poi confermata da Tribunale cantonale e Tf. La Corte europea ha invece accettato la richiesta delle figlie, basandosi sul diritto ad un processo equo. I giudici di Strasburgo hanno in particolare constatato che la legge svizzera prevede una prescrizione di dieci anni per le malattie legate al lavoro, quando nel caso dell’amianto possono trascorrere decine di anni prima dell’insorgere della malattia. In seguito a questa decisione, le due richiedenti hanno inviato una domanda di revisione del processo al Tf, che ha annullato la propria precedente sentenza.

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