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Pepe, fedina penale più lunga del palmarès

Il difensore portoghese, che detiene alcuni importanti record di longevità, non ha però mai brillato per lealtà e correttezza

In sintesi:
  • Segnando martedì sera contro l'Anversa, il difensore del Porto è divenuto il più anziano goleador nella storia della Champions League
  • Marcatore arcigno dal palmarès ricchissimo, a fine carriera sarà però ricordato soprattutto per la rudezza dei suoi interventi e le sue frequenti squalifiche
9 novembre 2023
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Quando la tv ci mostra immagini di raid della polizia nelle favelas – o di tumulti nelle carceri colombiane – i capi dei cattivi somigliano come gocce d’acqua a Képler Laveran Lima Ferreira, personaggio che da martedì sera detiene altri due record oltre a quello del nome più lungo del mondo. Parliamo di ‘nomen omen’ Pepe – iconico e urticante difensore del Porto, della Nazionale lusitana e già bandiera del Real Madrid – che andando a segno contro l’Anversa è diventato, a 40 giri intorno al sole e 3/4, il più vecchio goleador nella storia della Champions League, torneo in cui spicca pure quale giocatore più anziano ad avervi preso parte, fatta eccezione per un paio di portieri.

I suoi primati, ad ogni modo, non sono ancora finiti: il portoghese nato in Brasile, infatti, lo scorso anno in Qatar, firmando uno dei 6 gol che eliminarono la Svizzera, era divenuto pure il più stagionato atleta a gonfiare la rete nella fase a eliminazione diretta della storia della Coppa del mondo. Pur vincitore di quasi ogni trofeo calcistico immaginabile – probabilmente gli manca solo il Mondiale – il giorno ancora lontano in cui deciderà di smettere di giocare Pepe non sarà però ricordato per il suo ricco palmarès, ma per la violenza gratuita che ha munificamente elargito sui campi dell’intero globo terracqueo.

Brutto come un Asburgo del ramo spagnolo e cattivo più di Mengele, oltre che per l’indiscutibile efficacia nel suo lavoro di guastatore delle iniziative nemiche, il nativo di Maceió – città turistica a sud di Recife – si è infatti distinto in questi ultimi due decenni per la brutalità dei suoi interventi, carinerie che ha spesso dispensato pure a gioco fermo, secondo la consolidata tradizione dei pochi brasiliani che da madre natura – invece di piedi fatati – hanno avuto in dote muscoli da camallo e polmoni da maratoneta.

Pur non vantando nel curriculum vette paragonabili a quelle raggiunte da gente come Edgard Davids e Sergio Ramos, espulsi oltre 25 volte, Pepe in carriera è stato comunque capace di collezionare 20 cartellini rossi, quasi 200 gialli e un numero indefinito di turni di squalifica. Onte – o mostrine, dipende dalla prospettiva – che non di rado hanno pesantemente penalizzato le sue squadre, ritrovatesi in inferiorità numerica per una serata o prive dei suoi preziosi servigi per diverse settimane. Una delle sue più recenti imprese risale a pochi mesi fa, quando in Supercoppa contro il Benfica si prese un rosso diretto per una ginocchiata assassina rifilata alla schiena di un avversario: e i rivali si imposero 2-0. Contro lo Sporting lo scorso anno a fine partita si scagliò invece verso un dirigente biancoverde, scalciandolo più volte: gli fu ventilata una squalifica di due anni, ma riuscì a cavarsela con molto meno, probabilmente per meriti sportivi, che come detto non sono pochi.

Conseguenze innegabili ebbe pure l’espulsione che rimediò nel 2011 nella casalinga semifinale d’andata di Champions fra il suo Real Madrid e gli arcirivali del Barcellona: lasciò i compagni in 10 sullo 0-0 per la mezz’ora conclusiva, durante la quale Messi firmò la doppietta che in pratica eliminò le merengues. A pesare sulla fedina penale del roccioso difensore fu pure il rosso – ai Mondiali 2014 – che si vide sventolare in faccia per aver colpito con una testata Thomas Müller, che mentre era a terra si lamentava di un suo intervento rude: era il 37’, e nel tempo restante il tedesco, ormai libero dalla guardia del mastino lusitano, segnò 3 volte, la Germania vinse 4-0 e il Portogallo fu eliminato già nella fase a gironi.

Ma l’episodio che meglio qualifica Pepe in questa speciale classifica riservata ai Franti del pallone – il suo autentico capolavoro – fu ad ogni modo quello che si verificò nel 2009 contro il Getafe. Spinse platealmente Casquero in area, e siccome il malcapitato osò cadere, il nostro gentleman lo punì prendendolo a pedate sugli stinchi e sulla schiena. Invece di radiarlo, come sarebbe probabilmente successo a parti invertite, gli appiopparono solo 10 giornate: Casquero, fra l’altro, di recente ha dichiarato che sta ancora aspettando le scuse.

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