Hockey

Angelo, il siciliano di Helsinki

Nei pressi della Ice Hall uno dei pochi emigrati italiani gestisce un ristorante e ci racconta la sua storia

20 maggio 2022
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È raro incontrare gente di madrelingua italiana in Finlandia e spesso i ristoranti italiani sono dei fake, ma per fortuna esistono anche quelli autentici. «Sono circa 2’000 gli italiani residenti in Finlandia», racconta Angelo Marchese. Siciliano, originario di Licodia Eubea, nei pressi di Catania, il 68enne gestisce un piccolo ristorante nei pressi della pista che ospita i Mondiali. Angelo abita a Pusula, un piccolo villaggio situato a 70 km da Helsinki e quotidianamente si reca nella capitale per gestire il suo piccolo ristorante a conduzione familiare. In sostanza fa tutto lui, servizio e cucina, sulla carta ci sono ovviamente e rigorosamente pietanze italiane, il cibo è ottimo e in sottofondo la radio è pure quella del suo Paese di origine.

«Arrivai per la prima volta in Finlandia nel 1975 – ricorda Angelo –. Fu un viaggio di una settimana a quell’epoca, mi recai in treno sino a Travemünde, poi m’imbarcai sulla nave diretta a Stoccolma e infine giunsi a Helsinki. Erano altri tempi, il viaggio durò una settimana. Ero reduce da un’esperienza lavorativa in Svizzera, in quel di Laupen, nel Canton Berna, dove lavorai per circa quattro anni. All’inizio arrivai qui con l’idea di farmi una vacanza e godermi la bella vita per una manciata di mesi, su invito di un amico che già risiedeva in Finlandia. M’integrai bene, trovai lavoro in una compagnia telefonica, ricevetti il permesso e mi fermai per tre anni. Ritornai poi in Svizzera e in seguito in Sicilia, ma i miei amici finlandesi non mi diedero pace. Continuavano a dirmi di tornare e alla fine riuscirono a convincermi. Una volta tornato, una quarantina di anni fa, conobbi la mia futura moglie e nacquero i nostri due figli. I finlandesi sono brave persone, magari un po’ fredde, ma molto precise, non ho mai avuto problemi. Il finlandese ormai lo palleggio bene, ma è una lingua molto difficile, in ambito burocratico devo sempre farmi aiutare da qualcuno».

Angelo ha deciso di lasciare la capitale per avere più tranquillità. «Amo la pesca e la caccia, dove abito c’è un bel laghetto, è molto calmo, è l’ideale e la trasferta quotidiana non mi pesa». L’attività ristorativa ha logicamente sofferto a causa della pandemia. «È stato un periodo duro, per fortuna io ho un locale piccolo, senza impiegati tranne la mia compagna, e quindi sono riuscito a tirare avanti. Gli aiuti statali? Non sono stati moltissimi». Il futuro di Angelo dovrebbe essere quello del pendolare: «Vorrei continuare l’attività ancora per un paio di anni e poi godermi la pensione tra Sicilia e Finlandia».

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