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Formula 1, a Baku bisogna saper perdere

Un po' di nervosismo in casa Mercedes in vista del secondo Gran Premio cittadino di fila, dopo Montecarlo, vinto da Verstappen, rivale di Hamilton

4 giugno 2021
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Wolff si aggira nel paddock con aria spesso sorridente, ma non qui a Baku, non questa volta. La tensione tradisce che il fastidio generato dal dominio temporaneo di Red Bull sia molto mal digerito, anche in considerazione di quanto un secondo tracciato cittadino possa essere indigesto al team e a Hamilton. Il campione del mondo non ama questo tipo di circuiti. In settimana e a Montecarlo non ha mancato di esternare dei rimbrotti alla squadra, la stessa che nel tempo gli ha permesso di essere chi è divenuto non solo per meriti individuali.

Le ali flessibili sono il tema del contendere, anche per Aston Martin, in realtà team satellite: flettono sotto la pressione aerodinamica, aumentando la portanza. Questo, secondo i detrattori, sarebbe l'asso nella manica della Red Bull e della Rossa. È in arrivo una richiesta formale alla Fia di chiarimento e indicazione chiara della politica di regolamentazione. Seguiremo la questione, ma anche nelle libere di oggi si confermano le buone prestazioni dei team oggetto di critica.

Ferrari in crescita

La Ferrari prosegue il suo percorso di miglioramento, dichiarando con chiarezza di puntare maggiormente al 2022, pur volendo usare già questa stagione sia per non sfigurare sia per apprendere. Il tema è la velocità: la monoposto è assai migliorata sul piano della performance di aerodinamica rispetto alla critica stagione 2020, pur continuando a essere meno veloce della concorrenza. Lavori in corso.

Alfa Romeo Racing tiene duro: è ormai stabilmente a centro classifica, ovviamente con alti e bassi dettati dal cronometro e dai centesimi, benché i distacchi non siano più irrecuperabili. Giovinazzi domina spesso Raikkonen che a dire il vero ha dato segni di risveglio. I tempi sono comunque sempre vicini l'uno all'altro.

Verstappen continua a mostrare una forma invidiabile, frutto anche di una perfetta simbiosi con la sua macchina, alla quale Perez peraltro si è abituato decisamente in tempi brevi, nonostante tutto.

Vettel è apparso sereno e ha giocato molto con i giornalisti in conferenza stampa, evitando sempre di chiamare la Ferrari con il suo nome, ma definendola semplicemente la Rossa. Una ferita che, come il tedesco ha lasciato chiaramente intendere, non è in alcun modo digerita o perdonata, lui che aveva in cameretta le immagini di Schumacher e del team tutto come mito. Lui che appena entrato a Maranello ha iniziato a comperare auto del Cavallino storiche.  Lui che si è studiato la storia di von Trips a menadito. A Baku il tedesco è sempre giunto al traguardo e mai sotto il quarto posto. Vedremo se dopo il risultato di Montecarlo saprà ripetersi.

L'importanza delle scie

Fulmini e saette tra Sainz e Mazepin in merito al tema delle scie. Interessante per i nostri lettori annotare che a Baku contano molto. Dunque, i piloti volutamente si infilano nella scia di chi hanno davanti per farsi "tirare". Lo ha fatto ad esempio Sainz con Hamilton, raggiungendo una velocità massima che non era alla portata di Leclerc. Solo che accade che tanto quanto si possa prendere del tempo, se ne possa pure perdere se chi si ha davanti commette un errore o si rende protagonista di una traiettoria sbagliata. Annoterete anche in gara come e quanto questo sia un fattore strategico determinante.

Le voci nei box sul futuro team Ineon e non più Mercedes-Benz aumentano con un orientamento ormai definito della "stella" di spingere sempre più e meglio verso la Formula E che tra i tanti pregi ha anche quello di costare infinitamente meno di una stagione in F1. Tema questo amatissimo da Källenius alle prese con una crisi dell'automobile senza pari.

E così proseguono i giorni della F1 tra lotta in pista per un campionato almeno per ora avvincente e con un giovane leader, molte speculazioni e mal di pancia economici di cui, prima o poi, sentiremo parlare. Certamente.

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