Formula 1

La noia è la regola in F1: Hamilton domina anche in Spagna

A Montmelo il britannico della Mercedes ha preceduto Max Verstappen (Red Bull-Honda) e il compagno di scuderia Valtteri Bottas

16 agosto 2020
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Lewis Hamilton (Mercedes) ha conquistato senza difficoltà anche il Gran Premio di Spagna. A Montmelo il sei volte campione del mondo ha preceduto Max Verstappen (Red Bull-Honda) e il compagno di scuderia Valtteri Bottas. Partito in pole position, Hamilton ha fatto gara in testa sin dalla luce verde e ottenuto l'88esima vittoria della carriera, la quarta in questa stagione, in sei Gran Premi disputati. È ormai a soli tre successi dal record di vittorie di Michael Schumacher.

Hamilton, fortissimamente Hamilton. Tutto qui, nulla e nessuno ha mai messo in discussione una vittoria conquistata subito allo start. Nemmeno Bottas che nelle interviste del sabato aveva profetizzato una partenza perfetta. Infatti ha perso tre posizioni. Un indizio su tutti che è anche certezza. Verstappen nei primi giri chiama in radio il team e dice in sostanza ai suoi che secondo lui Lewis fa apposta ad andare piano. Viene udito. Il campione del mondo in carica infila tre giri veloci, gli rifila pronti via un secondo a lap e il distacco aumenta. Poi rallenta di nuovo.

F1 troppo facili

Inutile dare colpe alla Mercedes-Benz di uccidere una disciplina sportiva, qualcosa deve essere accaduto in questa formula se la componente tecnologica ha ucciso la capacità del pilota in favore di squadroni di ingegneri che gestiscono le cose in pista. Hulkenberg ne è esempio vivente. A parte il suo talento personale che apprezziamo molto, vederlo tornare in F1 dopo nove mesi ed essere immediatamente competitivo sta a significare con certezza che oggi le F1 sono troppo facili. Meglio prendere piloti giovani, possibilmente con sponsor, che chiedono poco e ubbidiscono molto e giù la visiera. La gara di ieri contiene anche nomi di talento, ma il divario è un abisso incolmabile. Nelle interviste della settimana Binotto a esempio ha dovuto ammettere – e parliamo di Ferrari – che il massimo forse obiettivo del 2021 possa essere il secondo posto, perchè per il primo nulla vi è da fare. Solo Verstappen cerca di contrastare questo strapotere (ricordiamolo, con propulsore Honda), e almeno si è preso un secondo posto confortevole e meritato. Bottas al termine ha cercato almeno il giro veloce in gara cambiando le coperture una volta in più del lotto, consolazione presa.

Vettel a due facce

In corsa abbiamo visto un Vettel con due facce. Ha dichiarato che la posizione corretta della sua Ferrari fosse la decima, ma con una accorta strategia di non consumo delle coperture è riuscito con i denti a giungere settimo. Un elemento tecnico della Rossa: consuma poco le Pirelli, almeno questo. Leclerc, che era davanti, è uscito verso il termine per un blocco elettrico che ha portato anche all’azzeramento del posteriore e conseguente ritiro dopo che misteriosamente la sua monoposto è ripartita. Ci è piaciuto Raikkonen, finalmente, partito bene in griglia sabato con buon tempo, finalmente non costretto a essere escluso già nel primo lotto di cronometri. Ha chiuso 14esimo. Segnali di ripresa.

Sempre serrata la lotta nei team di centro, con Williams e McLaren obbligate a non perseguire sportivamente la Rosina, o meglio Mercedes 2. Penalità di cinque secondi a Perez e Kvyat per non avere rispettato le bandiere blu.

La pista di Barcellona è sempre molto "calda. Di solito vi si corre in maggio proprio per questa ragione. È anche un circuito interessante sul profilo meramente tecnico perchè essendo perfettamente conosciuta e mappata dai team diventa cartina tornasole dei valori in pista, senza discussione. Bottas si è lamentato della macchina e tuta nere che portavano grande calore addosso, chiedendo di tornare all’argento bianco del passato.

Una settimana di pausa e si va a Spa, pista mitica in tempi normali, probabile palcoscenico di altro monologo della Stella d’Argento che sa perfettamente come pure sul piano del marketing questa supremazia senza lotta non renda.

 

 

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