Si tratta di un risarcimento per premi e salari non pagati; la querelle ebbe inizio nel 2024, quando il francese lasciò il club per accasarsi al Real

Il Conseil de prud'hommes di Parigi ha condannato martedì il Paris Saint-Germain a pagare 61 milioni di euro a Kylian Mbappé per premi e salari non pagati. Il centravanti francese ne reclamava 263. L'attaccante, ora in forza al Real Madrid, ha ottenuto dunque una parziale vittoria nella conflitto finanziario che l'oppone al suo ex club da quando appunto era andato a giocare in Spagna, nell'estate del 2024. La riqualificazione del contratto di durata indeterminata è stata infatti rigettata dal Conseil, composto da due rappresentanti dei dipendenti e due dei datori di lavoro.
Il legali di Mbappé si erano opposti alla richiesta di riqualificazione dell'accordo e avevano chiesto come detto 263 milioni di euro, domanda che è stata respinta. Per contro, il Psg dovrà pubblicare sulla prima pagina del proprio sito internet, e per un mese, i contenuti della sentenza emessa martedì.
Da parte loro, le richieste del club parigino, quantificate in 440 milioni di euro per danni d'immagine, sono state respinte perché l'accordo sul prolungamento e la riqualificazione del suo contratto (risalente all'agosto 2023) è stato considerato effettuato in malafede. Interrogati su un eventuale ricorso in Appello, gli avvocati del sodalizio non hanno voluto fornire risposte.
In un comunicato, prendono invece atto con soddisfazione della decisione di martedì i difensori di Mbappé. «Questo giudizio conferma che gli impegni presi vanno rispettati, e ristabilisce una semplice verità, e cioè che la legge sul lavoro va rispettata da tutti anche nell'industria del calcio». Alle origini del caso, vale a dire al termine del suo contratto nell'estate del 2024, Mbappé aveva chiesto di ottenere davanti alle istanze sportive 55 milioni di salari e premi non corrisposti: viste negate le sue rimostranze, aveva deciso di portare la causa nei tribunali civili.