CALCIO

La pazienza è la virtù dei forti

Il Lugano ospita il Grasshopper. Croci-Torti: ‘Sarà una sfida logorante, non dovremo perdere la testa se le cose non dovessero funzionare subito’

27 gennaio 2023
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Se sette giorni fa a Sion il Lugano aveva dalla sua una striscia positiva di nove risultati utili nelle ultime dieci apparizioni al Tourbillon, contro il Grasshopper le statistiche si capovolgono. Al cospetto delle "cavallette", a Cornaredo i bianconeri hanno vinto soltanto una delle ultime sei sfide (quattro pareggi e una sconfitta). Ultimo successo che risale al 17 febbraio 2018, quando in panchina c’erano da una parte l’attuale direttore delle squadre nazionali, Pier Tami, e dall’altra il selezionatore rossocrociato, Murat Yakin. Jonathan Sabbatini e Mattia Bottani per i padroni di casa, Petar Pusic per gli ospiti saranno gli unici superstiti di quel giorno. Sabato sera, davanti al pubblico amico, la compagine di Mattia Croci-Torti è chiamata a confermare – in un contesto tattico del tutto diverso – la buona impressione e il successo ottenuti in Vallese... «Arriviamo da quattro vittorie consecutive e il morale è alto. Tuttavia, ci rendiamo conto che in Giorgio Contini il Gc ha un allenatore capace di mettere in difficoltà il tecnico avversario, impostando sempre le partite su basi diverse. Sicuramente quella che ci attende sarà una partita difficile, nella quale occorrerà tanta pazienza, perché il Gc di Contini non è una squadra che ti viene a prendere o che ti lascia spazi, anzi è un complesso in grado di aspettare, sa chiudersi bene e poi ripartire in maniera eccelsa, come contro di noi ha fatto molto bene all’andata».

Quattro pareggi casalinghi consecutivi, un trend che va invertito... «C’è pareggio e pareggio, non tutti sono uguali. Lo scorso anno noi arrivavamo da tre sconfitte consecutive e in casa con le cavallette eravamo andati sotto. Poi, però, l’avevamo pareggiata e quel risultato ci aveva dato la carica per finire al meglio la stagione, con la vittoria contro l’Yb e il pareggio contro il Servette che ci avevano proiettato alla grande verso la finale di Coppa. Di conseguenza, si può dire che quel pareggio era stato un risultato molto utile. Stavolta cercheremo la vittoria fin dal primo minuto, ma con grande umiltà. Non dobbiamo illuderci di essere una squadra più forte di loro, ma soltanto un gruppo attualmente più in salute e che ha in mano le carte giuste per imporsi. Vogliamo avere l’opportunità di girare la boa di metà campionato con altri tre punti in tasca, così da preparare al meglio anche il girone di ritorno».

Si vedrà un Lugano arrembante sin dal fischio d’avvio dell’arbitro Fedayi San? «Ci sono partite nelle quali occorre aggredire l’avversario fin dal primo minuto e altre nelle quali la circospezione deve essere la prima virtù. Quella di sabato sarà una sfida logorante, durante la quale dovremo cercare di mantenere il possesso palla più a lungo rispetto al solito, così da stanare gli avversari. Settimana scorsa contro lo Young Boys, il Gc ha proposto un 5-4-1 molto accorto e non credo venga a Cornaredo a giocare la partita a viso aperto. Di conseguenza, troveremo pochi spazi e poca profondità rispetto alla sfida di Sion, per cui dovremo essere intelligenti e non perdere la testa se le cose non dovessero funzionare sin dai primi minuti. Le partite durano 95’ e spesso nella ripresa le squadre si sciolgono un po’, per cui dovremo mostrare pazienza e non pretendere che le soluzioni desiderate arrivino subito dopo il via».

La vittoria di Sion ha dimostrato come il Lugano possieda una profondità in panchina che il Grasshopper può solo sognare... «In tutti questi mesi non mi sono mai nascosto se ritenevo che a questo gruppo mancasse qualcosa. Settimana scorsa ho ribadito che a mio modo di vedere la rosa è completa così com’è, in quanto in panchina abbiamo elementi in grado di darci una grossa mano. Siamo la squadra che segna maggiormente nei minuti di recupero, vuol dire che abbiamo tanta qualità. Evidentemente, non è mai facile lasciare qualcuno in panchina, poi bisogna trovare il modo per rimotivarlo. Settimana scorsa Hajrizi, Aliseda e Belhadj sono entrati con l’atteggiamento giusto, mentre Macek ha fatto quello per cui era stato preso anni or sono, vale a dire portare qualità a questo gruppo».

Rispetto alla trasferta in Vallese, si è allungata la lista degli indisponibili. Torna a disposizione Valenzuela (da squalifica), ma oltre a Saipi, Nkama e Mahou mancheranno Mai, Hajdari. E per una squadra che ha già subito 28 reti (un totale da bassa classifica, non certo da secondo posto) perdere due difensori su quattro potrebbe rappresentare un problema... «Di sicuro toccherà ad Hajrizi. È il suo momento e deve disputare un’ottima prestazione, come spesso aveva fatto lo scorso anno. Ricordo che contro il Gc aveva sostituito Maric dopo 15’ e si era disimpegnato bene, mentre negli ottavi di Coppa contro lo Young Boys la sua prestazione era stata addirittura super. L’avevo fatto giocare anche in finale di Coppa perché se lo meritava. Quest’anno ha avuto un brutto infortunio a inizio stagione e speriamo che la partita contro le "cavallette" sia per lui un punto di svolta».

A Sion si era infortunato pure Amoura... «Al momento rappresenta il mio unico dubbio di formazione. È rientrato a tempo pieno soltanto oggi (venerdì, ndr), occorrerà capire se rischiarlo sin dal primo minuto».

E per quanto riguarda le voci su un possibile arrivo di Mario Gavranovic, Croci-Torti precisa che «Mario lo conosco benissimo perché aveva debuttato a Lugano quando io vestivo bianconero. Al momento non sono altro che voci. Non abbiamo mai discusso al nostro interno di questa eventualità. È un attaccante che tutti stimiamo, ma per ora ci teniamo stretti Celar. In futuro, eventualmente, ne parleremo».

Nel giorno del fallimento dell’Fc Chiasso, non ci si poteva esimere da un commento di un rossoblù doc come Mattia Croci-Torti... «Per me non è facile parlarne perché il Comunale è stato per 25 anni parte integrante della mia vita, è stato la mia infanzia e la mia adolescenza, una sorta di seconda casa. Fa male come avevano fatto male i fallimenti delle altre squadre ticinesi. Penso comunque che bisogna riuscire a guardare avanti in maniera positiva e tramutare questi fallimenti in opportunità di ricostruzione su nuove basi: a Chiasso da troppi anni si viveva in una spirale negativa».

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