
È finita 1 a 0 la finale degli Europei di calcio. Uno a zero per il Portogallo che ha così distrutto il sogno dei francesi di imporsi in casa, di fronte al proprio pubblico. Una sensazione che i lusitani avevano vissuto nel 2004, vedendosi soffiare il titolo a Lisbona dai greci.
Ieri la storia si è ripetuta, ma stavolta a gioire sono stati Ronaldo e compagni grazie a un gol di Eder durante il secondo tempo supplementare. Senza il numero 7, uscito al 25esimo minuto per un colpo al ginocchio, i portoghesi sono riusciti comunque a domare l'effervescenza dei francesi, invero manifestata quasi solo all'inizio del match, e a conquistarsi così il loro primo titolo europeo.
«Quando stavo per entrare Ronaldo, che era con me in panchina, mi ha detto 'vedrai che sarai tu a segnare il gol della vittoria'. Mi ha trasmesso una grande fiducia». A fine partita, in mezzo ai festeggiamenti in campo, l'attaccante del Portogallo Eder, che ha deciso la finale di Euro 2016, racconta un aneddoto: il suo capitano, passato dalle lacrime di dolore a quelle di gioia, gli aveva predetto il gol. La storia ricorda quella di due anni fa al Maracanà, quando Miro Klose uscendo dal campo per lasciare il posto a Mario Goetze durante la finale mondiale tra Germania e Argentina, disse al collega che lo stava sostituendo che avrebbe segnato. Poi fui proprio Goetze a decidere quella sfida. «Sono strafelice per quanto abbiamo fatto – commenta ancora Eder, che gioca in Francia nel Lilla –. Quando è uscito Ronaldo c'è stato un po' di scoramento, poi la squadra è stata forte e la coesione tra di noi non è mai mancata. Nel momento in cui sono stato convocato sapevo che sarebbe arrivato il mio momento, avevo fiducia. Ed è successo proprio nella finale!»
«Quando ho visto che lui (Ronaldo n.d.r.) non poteva andare avanti, ho detto ai miei compagni che dovevamo vincere per lui – racconta invece Pepe –. Santos ha rimesso in sesto la squadra molto bene, e ha fatto le sostituzioni nei momenti giusti. In questa vittoria abbiamo messo sangue, sudore e lacrime, e abbiamo scritto una bella pagina della storia del calcio portoghese».
Sul fronte francese regna lo scoramento. A parlare è l'allenatore transalpino Didier Deschamps: «Non ci sono parole dopo una cosa come questa. La delusione è immensa, e avremo bisogno di tempo per superarla. Abbiamo vinto insieme, abbiamo sofferto insieme e ora abbiamo perso insieme. Sarebbe stato meraviglioso offrire questo trofeo alla gente di Francia, qui in casa, ma purtroppo non è successo. Eravamo stanchi, ma non vuole essere una scusa. A decidere questa partita sono stati dei dettagli: noi abbiamo avuto occasioni, come quella di Gignac, e non le abbiamo concretizzate, loro invece lo hanno fatto. È una grandissima delusione per noi, ma ora non buttiamo via tutto».
Bandiere portoghesi, caroselli e scene di festa hanno fatto da cornice alla fine dell'Europeo anche in Ticino, dove la comunità portoghese ha festeggiato la prima vittoria della propria nazionale in un campionato europeo di calcio.
Tra le tante note positive emerge però qualche stonatura. Una quarantina di persone sono state infatti fermate a Parigi a margine della finale. Diverse le auto incendiate. Gruppi di teppisti sono stati prima inseguiti dalla polizia che li ha allontanati dalla zona della Tour Eiffel e poi dal Trocadero, poi si sono scatenati sugli Champs-Elysees, affrontando le forze dell'ordine con un fitto lancio di oggetti.
Nel nostro piccolo concorso, nessuno dei 26 giocatori di hockey che militano in Svizzera aveva predetto la vittoria del Portogallo. Tutti eliminati, insomma, compreso Alian Miéville che – alla vigilia dell'ultimo calcio d'inizio – si candidava come possibile trionfatore, avendo previsto una vittoria francese e avendo predetto che la Svizzera sarebbe uscita agli ottavi.