BASKET

In Europa la Nazionale ha ritrovato il sorriso

Buone nuove dagli impegni contro Polonia e Austria per una Svizzera che ha offerto gare positive, nonostante le assenze

Largo alla soddisfazione

Andiamo ad analizzare un po’ da vicino la prestazione della Nazionale che giovedì ha giocato in Polonia e domenica in Austria. Una Nazionale senza un ipotetico quintetto base, dato che mancavano Kazadi, Zinn, Marko Mladjan, Cotture e Jurkovitz e, lo pensavano tutti, destinata a soccombere senza remore né rimpianti. Invece ne sono uscite due gare positive, pur perdendo di 15 contro i polacchi, quarti agli ultimi Europei, tanto per gradire. C’è stata la novità Burrell che ha dato un impulso importante ma si è anche apprezzata la regia di Solcà, capace di tenere in mano la squadra e di farla giocare meglio del "profeta" Fofana, inguardabile egoista. Roberto Kovac, 16 punti, è stata la punta offensiva, ben sostenuto da Dubas e Gravet e, nell’insieme, da un collettivo che in difesa ha fatto la sua parte. Poi il maggiore tasso tecnico e fisico dei polacchi ha fatto la differenza, soprattutto quando han chiuso le saracinesche nel terzo quarto.

Contro l’Austria ha debuttato Anthony Polite, giocatore dell’Asvel Villeurbanne-Lione che evolve anche in Eurolega. Un giocatore giovane, 22 anni, che ha realizzato 22 punti in 29 minuti, 5 rimbalzi e molta presenza anche in difesa. Molto valido nell’uno contro uno ma anche al tiro (7/13 e 7/8 nei liberi), ha dato un apporto elevato a una squadra che ha avuto un Kovac francobollato in campo e fino negli spogliatoi dagli avversari. Un Kovac che si è sacrificato non poco in difesa e che ha saputo creare… gli spazi per i compagni: all’immagine anche di Burrell, 10 punti, 3/4 al tiro, proveniente dalla terza lega francese. Due giovani che hanno avuto gli spazi ma anche la forza e un valore tecnico molto valido e che hanno dato un contributo essenziale alla squadra. Un po’ in ombra Gravet, alternante N’zege e poi 17 punti di Fofana. Su di lui abbiam già detto: punti venuti spesso da forzature, 6/14 al tiro, ma scarsa vena in fase di costruzione perché il ruolo di play non è quello del mangiapalloni ma è di far girare la squadra. Crescerà, dicono, ma la prospettiva per ora non è quella. Meglio di lui Solcà, 7 punti, ma molto fosforo in regia e, soprattutto, buone scelte di passaggio. La Svizzera ha patito molto le penetrazioni nel primo tempo da parte di guardi ed esterni, mentre sotto le plance i due colossi Poljak e Rados han messo a segno più falli che punti, 5 in due. Nel secondo tempo gli austriaci sono stati in partita con il tiro da tre, ma la Svizzera è stata più squadra e come tale ha vinto.

Ora sarà interessante vedere come evolverà la squadra nelle prossime due gare che non presentano un obiettivo raggiungibile come il primo posto: sarà inserita in un girone a 4 con le altre escluse e ci vorrà una certa dose di fortuna per pescare quelle meno forti. E poi si guarderà anche alla panca, perché Papatheodorou lascerà per allenare il club per il quale ha appena firmato. Ma è un discorso per il futuro. Per ora sorridiamo un po’ che è giusto farlo.

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