TIRI LIBERI

Il 3x3 è divertente, ma il basket vero è un'altra cosa

Non sarà questo sport, nel quale la Svizzera è rimasta esclusa dalle Olimpiadi, a salvare la palla a spicchi dai suoi mali

1 giugno 2021
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E così il sogno di arrivare alle olimpiadi con la squadra svizzera di 3x3 è finito lo scorso weekend con la sconfitta delle elvetiche nei quarti di finale. Un’uscita che fa il pari con quella degli uomini, già definita da tempo oramai. Quando, più di un anno fa, Swiss Basketball aveva lanciato con grande entusiasmo lo slogan “Road to Tokyo”, avevamo segnalato che la concorrenza si sarebbe svegliata, dopo l’inserimento del 3x3 quale disciplina olimpica. Infatti, le nostre due Nazionali stavano abbastanza bene nel ranking europeo, ma erano chiaramente avvantaggiate dal fatto che molte nazioni che vanno per la maggiore non si erano ancora cimentate. Quando avevamo scritto queste considerazioni, eravamo stati tacciati di disfattismo, quando era in effetti una chiara e semplice lettura della realtà. Oggi ne abbiamo avuto la conferma e siamo fuori dalle prossime Olimpiadi. Ciò non toglie che va dato conto della bella prestazione globale delle nostre due Nazionali che annoverano anche i ticinesi Nancy Fora e Wester Molteni fra i protagonisti. Per quanto riguarda il 3x3, rimaniamo dell’opinione che non è basket, ma un gioco spettacolare dove è protagonista il canestro e poi tanto “campetto” con le sue regole a misura di gioco, ma nulla di paragonabile con il 5x5. Sarà anche divertente, attira molta gente nelle piazze dove si organizzano i tornei, ma non diciamo che è un’anticamera del basket. Chiunque, e ne abbiamo parlato con almeno una decina di coach in attività, condividono il concetto che i 3x3 è uno sport da spiaggia e che trova le stesse differenze che passano dalla pallavolo al beach volley: ci si diverte a guardarli durante i pomeriggi di ozio estivo, magari si fa il tifo per i propri colori, ma poco ha a che vedere con un club e i suoi tifosi abituali. Quindi finiamola di spacciare il 3x3 come la panacea o il trampolino di lancio al basket o, come viene spesso scritto e ripetuto, un fattore di coinvolgimento per il basket.

Per convogliare nuovi addetti verso questo sport che difendiamo da una vita, occorre veramente che venga fatto un lavoro in profondità sia da parte della Federazione, sia da parte delle associazioni cantonali e, ovviamente, dei club. Il calo di aderenti è sintomatico, ma non strettamente legato al difficile periodo pandemico. È un calo legato a un minor interesse da parte di troppe società, allo scarso coinvolgimento delle scuole nell’insegnamento del basket, perché sport più complesso di tutti gli altri, e alla scarsa attitudine delle società ad andare a fare propaganda per incentivare le iscrizioni. Se pensiamo che sia Massagno, sia Lugano hanno un settore giovanile di oltre 200 aderenti ciascuno e in Ticino ci sono diverse società che lavorano bene, ci si chiede perché altrove non posa essere così. Anche se, occorre pur sottolinearlo, passare dai settori giovani alla prima squadra è un passo molto grande che coinvolge il futuro di giocatrici e giocatori, la concorrenza di altri richiami, sociali e non, e una mancanza di prospettive reali. Elementi sui quali sarebbe bene si riflettesse in modo serio e non si facessero solo programmi a iosa senza reali e concrete soluzioni.

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