Triathlon

Sasha Caterina e Rachele Botti trascinatori in Francia

Entrambi classe 2000, i due ticinesi hanno contribuito (Sasha in D1, Rachele in D2) all'ottimo risultato del Chambéry Triathlon per cui sono tesserati

In Francia, più precisamente a Chateauroux, si è rimesso in moto tutto il movimento del triathlon francese, con la prima tappa del circuito nazionale a squadre. Un circuito che prevede tre categorie, di tre diversi livelli la D1 rassembla le migliori 16 squadre, poi seguono - sempre con 16 squadre - la D2 e la D3, con un sistema che prevede la promozione per le prime due compagini e la retrocessione delle ultime due alla fine del circuito in cui in ogni tappa vengono considerati i migliori tre risultati individuali.

Il circuito francese è ritenuto fra quelli più forti e competitivi d’Europa, se non il più forte in assoluto. Il livello della D1, infatti, è paragonabile a quello di una gara di Coppa del mondo, complice il fatto che una gran parte dei migliori triatleti del momento sono tesserati anche per uno di questi club francesi. È il caso di Noya Gomez Noya, Kristian Blummenfelt, Andreas Salvisberg, Mario Mola Diaz, Gianluca Pozzati: tutti olimpionici, che vanno ad aggiungersi ai francesi Dorian Coninx, Pierre Le Corre, e altri ancora, solo per citare alcuni dei personaggi più titolati nella categoria maschile.

A ridosso dell'élite

Al via in Francia si è presentato anche Sasha Caterina, portacolori del TriUnion, e Rachele Botti, alfiere dell'A-Club Swimming Team, entrambi tesserati per il Chambéry Triathlon. Entrambi classe 2000, rappresentano il fiore all’occhiello di tutto il movimento del triathlon cantonale ticinese e figurano tra le migliori promesse del triathlon nazionale. I due ticinesi hanno contribuito all’ottimo piazzamento della propria squadra: nono rango per gli uomini nella D1, decimo posto per le donne nella D2. Sasha e Rachele sono risultati i migliori del loro team francese.

Sasha Caterina, a confronto con l’élite francese nella categoria D1, ha colto un eccellente 29esimo rango. Uscito dall’acqua con un secondo gruppo di una quindicina di atleti a soli 30 secondi dal primo, ha effettuato tutta la tratta in bicicletta con il vice-campione del mondo Mola senza concedergli un solo centimetro. Ha poi affrontato la parte a corsa con grande determinazione, ma negli  ultimi due chilometri a causa di problemi di stomaco ha forzatamente rallentato la sua azione. Un contrattempo che non ha compromesso però quello che è poi risultata un’ottima prima gara stagionale, chiusa davanti ad avversari diretti come il campione europeo Junior Georgenthum, 77esimo, e alla medaglia di bronzo Pierre Borris, giunto 42esimo. La gara è stata vinta dal francese Dorian Coninx davanti al norvegese Kristian Blummenfelt, vincitore della finale di Coppa del mondo a Losanna l’anno scorso, e al connazionale Leo Bergère.

Rachele, lavoro e costanza

Rachele Botti ha dal canto suo impressionato per la sua determinazione contribuendo in maniera decisiva al piazzamento del suo team femminile. Un bel ritorno per lei alle competizioni di questo livello, dopo una prima parte di stagione alquanto sfortunata, sia per la situazione legata al Covid-19 (Rachele aveva investito l’anno 2020 tutto sulla preparazione del triathlon ma si è poi vista annullare molti dei suoi appuntamenti principali), ma soprattutto per la frattura della scapola conseguenza di una caduta in bicicletta in allenamento.

Rachele ha colto un eloquente ottavo rango nella D2. Dell'atleta che Rachele rappresenta, una cosa va sottolineata: ha grande determinazione, mette sempre il massimo impegno e sa reagire anche nei momenti più difficili. Sono le caratteristiche dei grandi atleti, per i quali il talento conta, ma a fare la differenza contribuiscono anche il lavoro e la costanza.

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