Basket

Anche l'Nba si prepara a fare i conti con il coronavirus

Spostare i match dalle zone più colpite dall'emergenza sanitaria, giocare a porte chiuse e persino uno stop per un determinato periodo le ipotesi

11 marzo 2020
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Pure l'Nba deve fare i conti con il coronavirus e anche se decisioni ufficiali non sono ancora state prese, circolano già le prime ipotesi. Una delle proposte sul tavolo è quella di trasferire le partite che dovrebbero giocarsi nelle città maggiormente coinvolte dal contagio, portandole in zone in cui la situazione al momento è meno complicata sotto l’aspetto sanitario. Nel caso in cui una franchigia si ritrovasse nella condizione di dover rinunciare all’opportunità di scendere in campo nella propria arena, bisognerà capire se il match verrà disputato sul parquet della squadra rivale (qualora non presentasse criticità legate al virus) o se istituire un campo neutro dove far sfidare le due contendenti. Una gestione non semplice che tiene conto anche dell’opportunità da parte della Nba di decidere di giocare a porte chiuse o, in maniera più drastica, di rinunciare a giocare per un determinato periodo di tempo. Tanto che anche la stella dei Los Angeles Lakers LeBron James ha dovuto suo malgrado tornare sulla sua posizione di non giocare senza pubblico, affermando che sarebbe «deluso e contrariato se si decidesse di far disputare le partite a porte chiuse, ma dobbiamo attenerci alle indicazioni di chi sta seguendo la situazione giorno dopo giorno».

 

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