Atletica

'In pista da 50 anni' con la sempre verde Sab

Il libro pubblicato in occasione del cinquantesimo ripercorre mezzo secolo di storia della Società atletica Bellinzona, punto di riferimento nell'atletica cantonale

21 dicembre 2019
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In poche righe di una prefazione davvero efficace, viene riassunto il contenuto di ‘In pista da 50 anni’, il libro che ripercorre mezzo secolo di storia della Società atletica Bellinzona. Un’opera curata da Giuseppe Gruosso, ex atleta Sab avvalsosi della collaborazione di un gruppo di volontari creato ad hoc per la raccolta dei dati relativi ai tesserati susseguitisi attraverso mezzo secolo di storia, corredata da testimonianze di vario genere, date e scatti d’epoca e più recenti, spaccato del tessuto sociale, oltre che sportivo, della città all’ombra dei castelli, con il Comunale quale epicentro delle attività degli atleti in ‘verde’. Verde è il colore della Sab, scelto in quanto uno dei pochi ancora liberi, in un panorama in cui già dominavano il rosso del Gab, il giallo della Virtus, il blu dell’Usa, e il bianco della Sal.

Il verde domina anche sulla copertina sulla quale campeggia uno scatto simbolico relativo ai 1’500 metri dei Campionati ticinesi disputati a Bellinzona nel 1963 e vinti da Franco Scalena davanti a Paolo Stadler, figura storica della Sab in quanto fondatore della società nel 1969, più precisamente il 20 settembre. Una data impressa negli archivi della storia dello sport ticinese e della città di Bellinzona, segnata dal fervore e dall’entusiasmo di un sodalizio che quali obiettivi storici ha «la promozione e la diffusione dell’atletica leggera, basandosi su valori come la lealtà, l’onestà, il sostegno del gruppo e la fiducia», come ricordato dall’attuale presidente Samuele Comandini.

Spulciando tra le interessanti righe del libro, si apprende che lo spunto per la fondazione della Società Atletica Bellinzona venne, su suggerimento del giornalista sportivo Armando Libotte, grande appassionato, al citato Paolo Stadler, allora fondista e mezzo fondista della Società Atletica Lugano ma residente a Bellinzona. Provò a creare in città una sezione locale del suo sodalizio, ma trovò l’ostruzionismo del Comune di Bellinzona che non concesse le proprie strutture a una società che portava il nome di un’altra località. Nonostante lo scarso sostegno da parte della autorità cittadine, in una realtà in cui già c’era il Gruppo Atletico parte della Sezione della Società Federale di ginnastica, la Sab nacque comunque, per volontà di alcuni amici riunitisi al Ristorante Penalty di Daro di Renato Zurmühle, il presidente del primo triennio del sodalizio. Nel suo ricordo, contenuto anch’esso nel libro, il popolare ‘Nene’ rievoca che «il primo incontro tra i futuri membri del primo comitato si tenne proprio al ‘Penalty’, in cucina, attorno a un tavolo sul quale faceva bello sfoggio di sé una fumante ‘Berner Platte’».

Gli impulsi maggiori alla società li diede proprio Paolo Stadler, in veste di allenatore e responsabile tecnico. Tuttavia non è l’unica figura di riferimento di una grande famiglia che annovera tra i propri figli prediletti anche Fedele Borradori, un passato da decatleta, la memoria storica, e Rino Poma, mezzofondista, che per tanti anni lo ha affiancato nella conduzione della società, pur con un ruolo più defilato, ma non per questo meno importante. Li accomuna il fatto di essere due dei – citiamo – «primissimi atleti ad aver vestito la maglia e difeso i colori della Sab’, spinti da una passione mai venuta meno».

Lo stadio Comunale è naturalmente il punto fermo della Sab, la cui sede è invece stata itinerante agli albori (dal Penalty ad altri ritrovi pubblici), e poi ospite di svariate strutture comunali (in via Vallone, poi in via Pedemonte, prima del recente trasloco in viale Stazione).

La Sab ha un passato illustre, nobilitato dalle gesta di sportivi che poi hanno continuato ad animare la vita sociale del sodalizio, ma ha pure un presente molto interessante, i cui interpreti si mettono in luce anche a livello nazionale, l’ostacolista Christian Reboldi, abile anche nel salto in lungo, la velocista Maëva Tahou, Rachele Pasteris, Bernadette Gervasoni e la polivalente Ula Rossi. Sono loro le punte di diamante di un movimento che annovera uno staff di monitori che il verde lo hanno nell’animo: «Giovani rami crescono e vanno a formare il grande albero verde della Sab», si legge sfogliando ‘In pista da 50 anni’. «Chi con foglie veloci, chi con radici balzanti e altri con rami da spinta. Il nostro compito è diversificare gli allenamenti in modo che tutti possano esprimere al meglio le proprie caratteristiche, specializzandosi. Ogni frutto maturerà in tempi diversi». La Sab ha 50 anni. È cresciuta, maturata, ma ha il pregio di essere sempre verde.

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