CICLISMO

Le prime vittime sono Denifl e Preidler

L'agenzia antidoping austriaca punisce due ciclisti finiti nella rete dell'inchiesta Anderlass. Entrambi non potranno correre fino al 4 marzo del 2023

27 giugno 2019
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Quattro anni senza poter correre. L’ha deciso oggi la Nada, l’agenzia antidoping austriaca, che è passata all’azione nei confronti di Stefan Denifl e Georg Preidler, condannati entrambi per essere stati trovati positivi al doping nell’ormai famigerata inchiesta denominata Anderlass, avviata a margine dei Mondiali di sci nordico a Seefeld e che aveva subito mietuto alcune vittime illustri.
Denifl (31 anni) e Preidler (29), entrambi ciclisti di professione, sono i primi sportivi sanzionati dopo lo scoppio dello scandalo, ed erano già stati sospesi a titolo cautelativo dall’Unione ciclistica internazionale a inizio marzo, quando Preidler aveva pure presentato le dimissioni alla sua squadra, la Groupama-Fdj. Entrambi hanno riconosciuto gli addebiti e saranno sospesi fino al 4 marzo del 2023: nel caso del Denifl, gli inquirenti sono riusciti addirittura a provare l’utilizzo di sostanze vietate tra il 2014 il 2018, e i successi ottenuti in quel periodo – cioè il trionfo al Giro dell’Austria 2017 e la tappa conquistata alla Vuelta dello stesso anno – verranno cancellati.
L’inchiesta, che ruota attorno al medico tedesco Mark Schmidt, arrestato il 27 febbraio ad Erfurt con l’accusa di aver approvvigionato almeno 21 sportivi di cinque discipline diverse, è comunque ben lungi dall’essere conclusa. Oltre allo sci nordico, lo sport maggiormente colpito è il ciclismo, con la Federazione internazionale che a metà maggio aveva già sospeso altri due professionisti in attività, lo sloveno Kristijan Koren e il croato Kristijan Durasek, e nel dossier aperto dall’Uci comparivano pure i nomi dell’ex sprinter italiano Alessandro Petacchi e di un altro sloveno, Borut Bozic.

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