Tecnologia

Se la colonscopia te la farà un... lombrico

Un robot utile nella ricerca e salvataggio, nelle esplorazioni sotterranee e nell’ispezione delle canalizzazioni, come nelle procedure biomediche

In sintesi:
  • Le ricerche di scienziati friburghesi e americani
  • Un risultato quasi perfetto se non fosse per l’eccessiva lentezza
Qualcuno ci aveva già pensato...
(Ti-Press)
13 marzo 2023
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Scienziati friburghesi e americani hanno sviluppato un robot flessibile ispirato ai lombrichi. L’apparecchio è capace di introdursi in piccoli spazi, inaccessibili agli altri robot, e di spostarsi in tutte le direzioni.

Tali apparecchi potrebbero essere utili nelle operazioni di ricerca e salvataggio, nelle esplorazioni sotterranee e nell’ispezione delle canalizzazioni, come pure nelle procedure biomediche come l’endoscopia o la colonscopia.

Tuttavia, la maggior parte di questi robot contiene elementi rigidi, in particolare i motori, all’origine delle limitazioni meccaniche, ha indicato oggi in una nota l’Università di Friburgo.

Per rimediarvi, scienziati del Gruppo di chimica dei polimeri e dei materiali dell’Istituto Adolphe Merkle di Friburgo, in collaborazione con la Case Western Reserve University di Cleveland, negli Stati Uniti, hanno messo a punto un robot dotato di un corpo interamente modulare composto quasi solamente da polimeri flessibili.

Segmenti termosensibili

L’apparecchio in questione è costituito da segmenti, degli azionatori con un doppio strato di polimeri, che cambiano forma con il calore o il freddo. Attivando individualmente i segmenti scaldandoli elettricamente è possibile controllare i movimenti del robot con grande precisione.

Il robot avanza grazie alla contrazione sequenziale e all’espansione dei diversi segmenti, proprio come un lombrico. Un principio di funzionamento questo che permette al robot di farsi strada attraverso spazi più piccoli del suo diametro a riposo, indica lo studio pubblicato sulla rivista Advanced Materials.

Un risultato quasi perfetto se non fosse per l’eccessiva lentezza e le quantità enormi di energia necessarie a farlo muovere, si precisa nella nota.

Il team di scienziati rimane tuttavia ottimista: l’architettura modulare del robot permette di migliorare le sue performance ricorrendo ad azionatori di flessione più rapidi e che risparmino energia. Inoltre, la versione attuale, alimentata e controllata dall’esterno, potrebbe diventare autonoma integrando batterie flessibili e sistemi di controllo indipendenti.

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