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Piove, guarda come piove... Ma non abbastanza per l’agricoltura

Mentre a Morbio si parla di BarAtto, a Berna tiene banco Frontex, tema su cui si vota il 15 maggio. Occhi puntati pure sulla guerra in Ucraina

23 aprile 2022
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Sarà un weekend con l’ombrello aperto. Lo dicono le previsioni di MeteoSvizzera. Ma l’acqua che cadrà dal cielo sarà ‘un contentino insufficiente’, per dirla con le parole di Claudio Cattori, agricoltore giubiaschese che non nasconde la sua preoccupazione per la lunga siccità. Un deficit, quello accumulato in questi mesi, che rischia di ripercuotersi sull’andamento delle colture durante l’estate.

È molto più di un punto di ritrovo fine a sé stesso. Il BarAtto, che ha aperto i battenti presso il complesso residenziale di Ligrignano a Morbio Inferiore in tempo di pandemia, mira ad affermarsi come luogo di ritrovo e socialità, in cui far convergere competenze e talenti di ogni persona, per poi metterli al servizio della comunità. Nell’intento dei promotori c’è la volontà di far passare un messaggio nuovo, di speranza e rilancio. Ce ne parla Carmine Miceli, perno del Servizio Lavoro Sociale Comunitario.

Frontex sì, Frontex no? Ma su cosa si voterà di preciso il 15 maggio? A queste e a molte altre domande relative all’argomento su cui la popolazione dovrà esprimersi fra tre settimane cerchiamo di dare risposta oggi con un approfondimento speciale. Concretamente, la Svizzera partecipa a Frontex dal 2011; lo scorso anno versando un contributo di 24 milioni di franchi. Il 15 maggio il popolo dovrà decidere se aumentare questo impegno, che, se avallato, dovrebbe passare a 61 milioni di franchi entro il 2027, occupando 40 posti a tempo pieno (attualmente sono 6).

Al Ministero Pubblico si resta sempre in attesa della modifica della Log, la Legge cantonale sull’organizzazione giudiziaria che permetterà di attribuire competenze decisionali ai segretari giudiziali, stretti collaboratori dei magistrati inquirenti, nei procedimenti contravvenzionali. La proposta contenuta nel messaggio licenziato dal Consiglio di Stato nel settembre 2019 è ancora all’esame della commissione ‘Giustizia e diritti’.

La scelta di invadere l’Ucraina per frenare l’espansione a est della Nato si sta rivelando un boomerang per Putin, che mostrando i muscoli ha spinto Stati tradizionalmente neutrali come Finlandia e Svezia proprio verso l’Alleanza Atlantica. Parte da questa considerazione il commento di Giuseppe D’Amato che ospitiamo nelle pagine dell’edizione odierna.

Buona lettura!

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