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Nell’Ucraina sotterranea, dove si cerca di sfuggire alle bombe

Un reportage dalla guerra porta dentro il dramma. Mentre in Ticino si discute sulla situazione debitoria dei candidati al governo

14 marzo 2022
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Anche nelle ultime ore incombe la guerra in Ucraina. Nel reportage dal Paese martoriato dalle bombe russe, Cristiano Tinazzi racconta per laRegione la Kharkiv sotterranea, dove tutto è immobile. "Le esplosioni risuonano notte e giorno, gli scambi di artiglieria tra le posizioni ucraine e quelle russe sono continui. Il fronte deve tenere a ogni costo ma a est i russi avanzano. Il rischio è di dover tenere aperto un secondo fronte".

Rientrando nei confini del nostro cantone, a tenere banco e a far discutere la politica cantonale vi è anche il tema della situazione debitoria dei candidati che aspirano a una carica allo scranno del Consiglio di Stato e dei Municipi. All’iniziativa parlamentare interpartitica che vede quale primo firmatario il popolare democratico Claudio Franscella ora fa da controcanto un controprogetto in fase di definizione. La commissione granconsigliare ‘Costituzione e leggi’ l’ha affidato al deputato socialista Carlo Lepori. Il precetto esecutivo come indicatore "non è adatto", si motiva nel servizio del collega Andrea Manna, meglio l’estratto cantonale degli attestati di carenza beni.

A Malvaglia ci si sta per appassionare, invece, al futuro del comparto Boschetti. La Commissione municipale istituita su richiesta dal Consiglio comunale di Serravalle ha infatti proposto di promuovere un sondaggio tra la popolazione, utile a capire come rendere attrattiva in termini di svago una pregiata porzione di terreno verde situato a est dell’abitato, tra i fiumi Brenno e Orino. Ne saprete di più nel servizio di Giacomo Rizza.

Spostandosi in Valle Onsernone, il collega David Leoni ci racconta di come si valorizzerà lo splendido comparto dei Mulini ad acqua di Vergeletto attraverso giochi e animazioni didattiche. È questo uno degli obiettivi dell’Associazione farina bòna di Russo.

Il commento firmato da Aldo Sofia ci riporta poi alla tragica attualità e al dilemma dei pacifisti. "Ascoltando i pacifisti di oggi – scrive il giornalista –, non sono un pacifista globale, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Sto con Gino Strada, che diceva ‘non chiamatemi pacifista, sono contro la guerra’; sto con Berlinguer che, in piena guerra fredda, dichiarò di sentirsi più protetto dall’ombrello Nato che nel Patto di Varsavia; e sto anche con le guerre di liberazione sacrosante (ognuno scelga le sue), quindi da aiutare e soccorrere".

Buona lettura!

 

 

 

 

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