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Molestie Rsi, i casi accertati e quelli neanche segnalati

Solo cinque violazioni della personalità: i risultati delle inchieste esterne sugli abusi sono confortanti. Ma il fenomeno non riguarda solo la Rsi

(Ti-Press)
10 dicembre 2021
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Cinque casi accertati in un periodo di circa vent’anni, per un’azienda che ha oltre un migliaio di collaboratori: questo il risultato delle inchieste, affidate a esterni, su abusi e molestie alla Rsi.

Cinque casi di violazione della personalità, di gravità tra lieve e media, nessun caso di mobbing o molestie sessuali, il tutto partendo da una quarantina di segnalazioni. I numeri – fatta la premessa, scontata ma necessaria, che anche un solo caso è di troppo – sono confortanti, soprattutto tenuto conto che, anche considerando i casi segnalati per i quali non è stata riscontrata una violazione, non risulta esserci un problema generalizzato e sistemico, non ci sarebbe insomma una “cultura dell’abuso” ma solo casi isolati, con la parziale eccezione di uno specifico settore sul quale, ha assicurato il direttore Mario Timbal, si interverrà.

Tuttavia, in casi come questo, dobbiamo ricordarci che abbiamo a che fare con fotografie parziali della realtà. Anche delle indagini condotte scrupolosamente e con la massima collaborazione dell’azienda – come è certamente avvenuto in questo caso – si confrontano con limiti nell’accertamento dei fatti, pensiamo al classico “è la sua parola contro la mia”; la definizione di “violazione della personalità”, anche interpretata tenendo conto della sensibilità delle persone, rischia di essere troppo stringente per catturare tutte quelle situazioni che possono portare a malessere sul luogo di lavoro; per averne un’idea, basta dare un’occhiata al profilo Instagram SwissMediaToo dove vengono raccolte testimonianze di “ordinario sessismo” nelle redazioni della Svizzera romanda e italiana: battute e commenti goliardici che probabilmente non ledono la personalità di chi se li sente dire e ridire da colleghi e superiori nell’indifferenza generale, ma che indubbiamente non contribuiscono a un clima sereno di lavoro. Soprattutto, questi sono i casi che sono stati segnalati e portati avanti: quante situazioni più o meno gravi sono rimaste nell’ombra o, dopo una prima discussione, vi sono tornate? L’unico dato di cui disponiamo è che, della già citata quarantina di segnalazioni, tre riguardavano molestie sessuali ma le presunte vittime, come spesso capita in questi casi, hanno preferito non proseguire con un’indagine formale.

I numeri, come detto, sono confortanti: la Rsi non è un covo di molestatori e anzi si sta lavorando per migliorare la cosiddetta cultura aziendale. Semplicemente è, per riprendere lo slogan di qualche anno fa, “parte del nostro mondo” il che, al di là dei cinque casi accertati e dei provvedimenti che saranno presi alla Rsi, dovrebbe far riflettere tutti noi sulle tante forme, più o meno evidenti e più o meno gravi, di discriminazione e di esclusione che incontriamo e tolleriamo.

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