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Rsi e il cambio di rotta del progetto Lyra

Niente più 90% musica 10% parlato, nel futuro di Rete Due. Una vittoria per chi era preoccupato per il ripensamento dell'offerta audio Rsi?

Marcia indietro di Canetta (Ti-Press)
15 gennaio 2021
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Ha fatto piacere leggere, nelle nuove linee editoriali di Rete Due presentate ieri, che “si occupa di cultura in spazi ben definiti“, che “valorizza la creazione e l’attualità culturale” e soprattutto che le percentuali tra musica e parlato di cui si era discusso – con un 90 per cento di contenuti musicali – “non compaiono all’interno del rapporto”.

Lo ammettiamo: è forte, la tentazione di vederla come una vittoria nella campagna per la qualità dell’offerta culturale della Rsi e per il ruolo che riveste Rete Due, campagna alla quale questo giornale ha dato avvio raccogliendo numerose adesioni. Ma è una tentazione alla quale si deve resistere e questo per due motivi.

Il primo è che il percorso di revisione dell’offerta audio della Rsi è ancora lungo: il progetto Lyra è arrivato a un primo risultato, le linee editoriali che saranno adesso discusse con i collaboratori e le collaboratrici della Rsi, ma il passaggio da quelle indicazioni per forza di cose generali e generiche a quello che effettivamente potremo ascoltare dal primo gennaio 2022 – questa la scadenza per l’approvazione del progetto – è ancora tutto da definire. Poco si dice, ad esempio, sull’offerta digitale che pure era al centro dell’intervento del direttore generale della Ssr Gilles Marchand pubblicato ieri, e quella “suddivisione dei contenuti fra trasmissioni lineari e digitali” è certo uno dei punti delicati: nessuno vuole negare le opportunità dei nuovi media, ma al contempo vanno tenuti presenti i rischi, tra cui quello di far da alibi per ridimensionare l’offerta “perché tanto ci sono i podcast e le newsletter”. Poi, come si dice, il diavolo sta nei dettagli: sono stati annunciati workshop, riunioni e incontri per discutere con collaboratrici e collaboratori i possibili futuri programmi; discussioni franche e aperte, o chi farà proposte che non rientrano nella visione dei responsabili si ritroverà improvvisamente a far fotocopie negli scantinati di Comano? Le denunce per mobbing e bossing emerse recentemente non sono esattamente un buon auspicio.

Ma c’è un secondo motivo, ancora più importante, per cui sarebbe da evitare di pensare a una vittoria anche solo parziale e temporanea: non è una battaglia contro qualcuno, non sono un nemico né il progetto Lyra né chi lo propone o elabora. E neppure, ovviamente, le altre reti con la loro identità e il loro pubblico. Le critiche non sono mancate, ma sempre con l’obiettivo di migliorare quel progetto, per non perdere quello che di buono e importante c’è nell’attuale offerta culturale e radiofonica, per capire come sia meglio affrontare i cambiamenti che si impongono, tra necessità di risparmio e il mutevole contesto mediatico. Non si vuole affondare la nave rivale, ma far sentire la propria voce per un cambio di rotta che si ritiene indispensabile per affrontare le turbolente acque in cui ci troviamo a navigare. Sono finalmente arrivati i primi segnali di una correzione di rotta, di una Rete Due quasi esclusivamente musicale non si parla più, almeno apertamente. Quanto questa correzione sarà importante e duratura, lo si valuterà nei prossimi mesi. Anche per questo sarebbe forse stato opportuno, in aggiunta al doveroso e certamente prioritario coinvolgimento di chi alla Rsi ci lavora, pensare a degli incontri aperti a tutta la cittadinanza, per un dibattito pubblico che vada al di là del “in risposta alle obiezioni più frequenti” che troviamo in calce al comunicato stampa.

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