I dibattiti

Gli invisibili nelle nostre stazioni ferroviarie

Migranti che dormono per terra o sulle panchine: ‘Non è degno di una città che si professa accogliente e attenta anche alle persone in difficoltà’

Ronald David e Giulia Petralli

Nelle scorse settimane abbiamo segnalato al Municipio di Bellinzona la presenza di alcune persone migranti che in assenza di strutture adeguate sono costrette a dormire sulle panchine e sul pavimento della stazione Ffs di Bellinzona. Abbiamo deciso di portare l’attenzione della politica sulla questione, nonostante ciò potesse prestare il fianco a qualche strumentalizzazione in ottica elettorale da parte di partiti e movimenti che fomentano ad arte la paura del fenomeno migratorio e dello straniero. L’abbiamo fatto convinti della necessità di contromisure da parte delle autorità per salvaguardare quel pizzico di umanità che dovrebbe contraddistinguere una società democratica come la nostra, in un momento dell’anno dove le condizioni per dormire all’addiaccio diventano sempre più problematiche.

La speranza era, ed è, che qualcuno intervenga. La risposta data ai media e in particolare a ‘laRegione’ dal sindaco Mario Branda ha però il sapore di un'ulteriore doccia gelata. «Il fenomeno non esiste e se esiste è molto limitato», come se fosse sufficiente fingere che il problema non esista. Una domanda ci sorge spontanea: qual è il numero limite oltre il quale il fenomeno inizierà a essere preso sul serio dal Municipio? 100? 200? 1000? Sarebbe interessante saperlo, dato che per noi basta davvero meno.

Peccato poi che dopo la risposta del sindaco i sottoscritti siano stati contattati da più persone che segnalano in maniera circostanziata l’esistenza di un fenomeno con numeri certo non insignificanti e ben più importanti di quelli indicati. E anzi, il tema si allarga ad altre realtà come ad esempio la stazione di Biasca. La gravità della questione sta anche nel fatto che alcune persone hanno segnalato alle autorità (servizi sociali, Polizia cantonale e Polizia ferroviaria) la situazione venutasi a creare. Ma come risposta hanno ricevuto il classico ‘menavia’, ovvero che nessuno sa di chi è la responsabilità, ma di sicuro di qualcuno d’altro.

Ed è qui che ci troviamo in un ulteriore profondo disaccordo col sindaco socialista. A noi interessa poco se le persone intendono proseguire il loro viaggio verso Nord con il primo treno della mattina, che tipo di statuto hanno, oppure se la competenza è cantonale, federale o ancora europea. Ci interessa che ci sono delle persone sul nostro territorio, magari anche minori non accompagnati, che in pieno autunno e presto in inverno dormono nelle stazioni, senza un pasto caldo e senza un minimo di assistenza. Questo per noi non va bene e non è degno di una Città che si professa accogliente e attenta anche alle persone in difficoltà. A meno che si preferisca che queste persone diventino anche invisibili, come purtroppo ci è parso di percepire dalle autorità cittadine.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔