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La notte dei migranti in stazione a Bellinzona: ‘Aiutiamoli’

Giulia Petralli e Ronald David (Verdi) interpellano il Municipio. Renato Minoli (Casa Marta): ‘Per ospitarli avremo bisogno di aiuto per coprire i costi’

(Ti-Press)
20 ottobre 2023
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Migranti che trascorrono la notte nella stazione di Bellinzona, dormendo per terra sui giornali o sdraiati sulle panchine. Lo segnalano in un’interpellanza i consiglieri comunali dei Verdi Giulia Petralli e Ronald David che chiedono quindi al Municipio se sia a conoscenza di questa situazione e se “intende agire lui stesso e/o intraprendere un dialogo con le associazioni del territorio attive nel campo della migrazione per trovare, urgentemente, una sistemazione” per queste persone. In questo contesto una possibilità potrebbe essere quella di affidarle ad esempio a Casa Marta, una struttura di prima accoglienza – che sarà inaugurata il prossimo 11 novembre – volta a ospitare temporaneamente persone senza un alloggio e rete sociale. «Di principio prevediamo di poter ospitare pure migranti di passaggio, sebbene la struttura sia in particolare rivolta a senzatetto della regione», spiega a ‘laRegione’ Renato Minoli, presidente della fondazione Casa Marta. Tuttavia, per persone che non sono in qualche modo inserite nel sistema sociale cantonale sorge un ostacolo: «Il pernottamento implica dei costi che sarebbero a nostro carico, visto che per ora non riceviamo alcun finanziamento per la gestione della struttura». Costi che «senza aiuto da parte di istituzioni o altri enti, non saremo in grado di coprire». Aiuto che viene invece dato per ospitare persone che beneficiano ad esempio dall’assicurazione invalidità o di altre assicurazioni sociali.

‘All'alba riprendono il viaggio verso nord’

“In tarda serata, appena il flusso di treni inizia a diminuire, è stato a più riprese osservato che alcune panchine della stazione di Bellinzona si trasformano in veri e propri letti per molti giovanissimi migranti”. Una situazione che, stando a Petralli e David, “non migliorerà di certo con il tempo, dati i flussi migratori in costante aumento”. Della tematica si era espressa con un testo inviato al nostro giornale anche la consigliera comunale del Centro Margot Ndiaye Broggini: percorrendo all’alba la tratta ferroviaria tra Bellinzona e Airolo, si è imbattuta “in passeggeri reduci da viaggi strazianti”. Si chiedeva quindi dove avessero passato la notte per poter partire così presto dalla capitale. La risposta l’ha poi ricevuta un giorno quando è arrivata in stazione a Bellinzona con uno degli ultimi treni in provenienza da sud: “Nella consueta discrezione e nel timore di essere notati, questi viaggiatori si sono sparpagliati tra i perrons e i sottopassaggi per trascorrere qualche ora chissà se di sonno o di ansia per poi riprendere, sempre silenziosamente, all’alba il viaggio verso nord”.

Le Ffs: ‘Non risulta un problema sistemico’

Da parte nostra abbiamo quindi chiesto alle Ffs se confermano situazioni di questo tipo. Al responsabile comunicazione regione sud Patrick Walser “non risulta un problema sistemico in questo senso: accade che a volte nelle stazioni Ffs qualcuno pernotti su una panchina (asilanti e non) e in quei casi la Polizia dei trasporti applica il regolamento della stazione che non permette questo genere di attività”. Per le Ffs si tratta dunque di un fenomeno saltuario che non riguarda solo la stazione di Bellinzona. Abbiamo anche chiesto se il personale sui treni cerchi di aiutare queste persone, indirizzandole magari verso strutture a loro rivolte. La risposta: “Le Ffs sono un’azienda di trasporto e hanno il dovere di trasportare le persone. I collaboratori delle Ffs non indirizzano nessun viaggiatore. Le Ffs portano i viaggiatori laddove essi desiderano andare”.

‘Non vogliamo lasciare nessuno al freddo di notte’

Tornando all’interpellanza, i due consiglieri comunali dei Verdi fanno anche notare che l’arrivo della stagione fredda renderà, soprattutto la notte, “ancora più dure le condizioni di chi non ha altre alternative che trasformare una rigida e fredda panchina in una momentanea branda per riposare”. Cosa fare quindi per aiutare queste persone? «Non vogliamo lasciare nessuno al freddo di notte», sottolinea Minoli. Quindi «di principio prevediamo di ospitare nella Casa Marta anche migranti di passaggio». Tuttavia, bisognerà capire se l’accoglienza di queste persone sarà sostenibile per la fondazione. «Dovendoci autofinanziare, dovremo valutare bene la questione, anche se la volontà è quella di offrire una prima accoglienza a tutti coloro che necessitano di aiuto». Insomma, «li accoglieremo volentieri, ma qualcuno dovrà aiutarci a pagare le spese». Non da ultimo potrebbero sorgere anche ostacoli burocratici: «Agiremo in ogni caso rispettando le leggi e le norme in vigore», precisa il presidente della fondazione Casa Marta.

Inaugurazione di Casa Marta prevista l’11 novembre

La struttura sarà inaugurata l’11 novembre e, in generale, accoglierà persone senza dimora in difficoltà: da chi vive per strada, ai migranti, a persone a rischio violenza domestica, fino a quelle che vivono in alloggi impropri o in situazioni di estremo affollamento. Ma anche persone marginalizzate, giovani in rotta con la famiglia, working poor, mariti allontanati da casa, donne con figli a seguito di divorzio, oppure anziani o famiglie sfrattate. «Non siamo ancora aperti, ma abbiamo già ricevuto richieste», conclude Minoli.

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