laR+ I dibattiti

Dalla contrapposizione alla collaborazione?

19 novembre 2022
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Chiunque abbia studiato un po’ la storia del nostro Cantone, sa benissimo che i rapporti fra liberali e conservatori, poi denominatisi "pod" (da Partito popolare democratico), e ora "Il Centro", sono stati spesso conflittuali. Fino a non moltissimi anni fa, su qualunque argomento, si poteva essere certi che se uno diceva "bianco" l’altro avrebbe detto "nero". A parte queste considerazioni, che riducono la nostra storia a una variante delle proverbiali "Baruffe chiozzotte", quel che è certo è che due partiti, un tempo detti "maggiori" e oggi "storici", si detestavano a vicenda.

Un tempo, anche gli stili di vita dei membri delle "due tribù" erano suppergiù gli stessi (a parte che leggevano giornali diversi, e in molti villaggi si servivano in botteghe diverse, frequentavano osterie diverse ecc.). Oggi, le principali tappe dello sviluppo del Cantone, decisioni del Cantone, dalla creazione dell’Aet al "cantiere delle aggregazioni", passando per l’istituzione della Scuola Media, dell’Eoc, dell’Usi e della Supsi sono state prese più o meno di comune accordo, senza più che fossero accampate opposizioni "di principio".

In passato, il motivo principale "tema dei temi", riguardava i rapporti tra lo Stato e la Chiesa, con i liberali – in linea con la loro concezione laica – a sostenere la preminenza dello Stato, e i conservatori, sulla base di una loro interpretazione della tradizione, a sostenere per contro l’inverso. Oggi questi temi hanno perso di centralità, e del resto la Chiesa stessa, dopo il Concilio Vaticano II, non ha più la velleità di sostituirsi allo Stato.

Ebbene perché mai, mentre sulla sinistra, Pst e Psa e Pdl, con tutto quello che si sono detti, una volta accantonate le iniziali che servivano a differenziarli convivono, senza troppe difficoltà, nello stesso partito, e mentre a destra, nonostante le divergenze che permangono si presenta addirittura una lista unitaria, al centro dovrebbero coltivare le contrapposizioni del passato e dovrebbe essere proibito di pensare anche solo a una maggior collaborazione?

Bene ha fatto perciò l’avv. Franco Gianoni, già vicepresidente del Ppd, a rivolgersi agli esponenti principali dei due partiti, con un appello che si può leggere anche sulle pagine web di questo giornale, affinché sotterrino definitivamente l’ascia di guerra, non le rispettive forze. Certo, è un’iniziativa più facile a dirsi che a farsi. Le diffidenze reciproche restano forti, da una parte e dall’altra. Basti pensare all’incomprensione che suscitò, appena due anni fa una semplice congiunzione "tecnica" delle schede per il Consiglio nazionale (che poi certi avversari parlassero di "Inciucio cadregaro" faceva parte del gioco, e non era il caso di preoccuparsene oltremisura). Ma ciò non toglie che, in altri Cantoni, sia "moneta corrente".

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