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Pdcom, grandi progetti e volontà

Il processo per la realizzazione del Piano direttore comunale (Pdcom) prevede di avere, nel corso del 2023, una visione condivisa su come sarà (o potrebbe o dovrebbe essere) il territorio del Comune di Lugano fra 20-30 anni. Si tratta dunque di un esercizio tuttora in corso che implica altresì uno scambio diretto di opinioni tra gli autori del progetto e chi vive direttamente il territorio (cittadine e cittadini, associazioni, commissioni di quartiere) permettendo a questi ultimi di portare le proprie osservazioni, critiche, suggerimenti, apprezzamenti e quant’altro. Già si è detto che questo strumento non avrà per sua definizione un carattere vincolante, ma ci si augura che possa diventare uno strumento utile alla progettualità e alla pianificazione concrete del Comune. Parallelamente alla presentazione di questo processo sono stati aperti (o lo saranno in breve tempo) importanti cantieri della durata di molti anni: pensiamo in particolare alla nuova stazione e al polo sportivo, solo per citare i più importanti. Anche il comparto del Campo Marzio sarà verosimilmente oggetto di importanti modifiche (qui è più difficile avere un orizzonte temporale, considerando che i tempi della politica sono spesso piuttosto lunghi). Questi grandi progetti hanno e avranno importanti ripercussioni sulla vita pratica e concreta dei cittadini a cui sarà richiesta molta pazienza e spirito di adattamento, in quanto saranno certamente accompagnati da disagi importanti. Se però l’obiettivo è il miglioramento della qualità di vita e dell’attrattiva del nostro territorio, possiamo ritenere questo sacrificio come un male necessario. Ma torniamo al Pdcom: il progetto prevede che entro il 2050 (quindi in meno di 30 anni) il 40% della mobilità avvenga con il trasporto pubblico, il 40% con la mobilità lenta e solo il 20% con l’automobile (quest’ultima rappresenta attualmente il 63%). Sappiamo che il problema del traffico (e più in generale della mobilità) rappresenta un vero e proprio punto dolente del nostro territorio. Ciò è emerso anche dagli incontri avvenuti tra i progettisti del Pdcom, la popolazione e i suoi rappresentanti. I progetti già avviati, come pure quelli futuri, devono dunque rispondere in modo concreto ed efficiente a questa esigenza. Solo in questo modo si avrà una reale convergenza tra questo nuovo strumento, i progetti reali e la volontà della popolazione, rendendo l’intero processo coerente e portatore di un vero e proprio valore aggiunto. Restando nell’ambito della mobilità, alcune città svizzere hanno già raggiunto ottimi risultati, altre si sono poste obiettivi ambiziosi. A livello internazionale, possiamo prendere l’esempio della città di Copenaghen che in 10 anni ha investito 134 milioni di euro a favore della mobilità sostenibile e dove, nel 2016, solo il 14% della popolazione usava l’auto per spostarsi contro un 56% a favore della bicicletta. Certamente riconosciamo a Lugano difficoltà legate alla conformazione geografica, che tuttavia non dovrebbero rappresentare un pretesto per affrontare la problematica solo parzialmente. Nelle città che hanno realizzato questa "rivoluzione", il mezzo pubblico o la bicicletta sono diventati il mezzo di trasporto più efficiente per spostarsi: alla base della scelta c’è dunque una ragione economica, che rende l’automobile assolutamente non competitiva rispetto alle alternative. Ed è a questo che bisogna ambire, con una vera e propria volontà politica che favorisca e incentivi un cambio di mentalità.

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