Dieci agenti di polizia sono rimasti lievemente feriti a Gerusalemme in tafferugli con un gruppo di giovani "haredi", ovvero seguaci dell'ebraismo ultra-ortodosso: lo riportano diversi media israeliani.
Quattro persone sono state arrestate, hanno indicato fonti di polizia alla stampa locale.
Il Jerusalem Post riferisce che, secondo il racconto degli agenti, gli scontri sono partiti dopo che un ispettore municipale ha multato una persona per divieto di sosta, durante un controllo di routine. In queste fasi di concitazione, alcuni "haredi" sarebbero inoltre stati identificati come renitenti al servizio militare obbligatorio.
Alcuni partecipanti ai tafferugli hanno spiegato invece che i disordini sono partiti quanto la polizia ha cercato di arrestare uno di loro, aggiunge Haaretz. Negli scontri, durante i quali ci sono anche stati lanci di pietre e oggetti, un'auto è stata rovesciata, aggiungono i media israeliani.
Intanto, la Knesset ha giudicato ammissibile con 49 voti contro 35 una proposta di legge sulla "Realizzazione dell'identità ebraica nella sfera pubblica", che mira a difendere l'ortodossia ma che, secondo i detrattori, limiterebbe la libertà di culto dando alla religione un peso eccessivo nelle decisioni statali.
Tra le norme previste, il divieto di interferire con le pratiche religiose ortodosse in pubblico, l'obbligo per i giudici di sostenere un esame di diritto ebraico. La legge priverebbe poi il presidente della Corte Suprema del potere sulle commissioni giudiziarie.
Il provvedimento, promosso dal parlamentare del Likud Galit Distel Atbaryan e dal parlamentare di Otzma Yehudit Yitzhak Kroizer, dovrà ora passare in commissione e da altri passaggi per la sua conversione in legge. I firmatari affermano che il suo scopo è quello di consentire agli ebrei israeliani di osservare la legge ebraica, "come comandato dal Creatore del mondo, secondo le usanze dei loro antenati" e "senza timore di interferenze o persecuzioni da parte di coloro che detengono l'autorità". In questo modo però - dice l'opposizione - "qualunque iniziativa degli ultraortodossi diverrebbe lecita e qualsiasi interferenza con esse, compresi piccoli ostacoli burocratici, potrebbe essere considerata un reato".