Estero

Egitto e Usa rafforzano coordinamento per stabilità in Sudan e Libia

Ministro egiziano e consigliere Usa discutono corridoio umanitario per il Sudan, ritiro dei mercenari in Libia e cooperazione con ONU e Unione Africana

16 dicembre 2025
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Un corridoio umanitario per il Sudan e l'uscita dei mercenari dalla Libia sono stati i due argomenti al centro di una telefonata tra il ministro degli Esteri egiziano e il Consigliere Senior del Presidente degli Stati Uniti per gli Affari Arabi e Africani, Massad Boulos.

Il colloquio - fa sapere il ministero egiziano - "rientrava nel regolare coordinamento e nelle consultazioni tra Egitto e Stati Uniti su vari argomenti, a dimostrazione della profondità del partenariato strategico tra i due Paesi".

Sono state toccate diverse questioni africane, tra cui la situazione in Sudan e Libia, nonché gli sviluppi nella regione dei Grandi Laghi, nella Repubblica Democratica del Congo orientale e nel Corno d'Africa. Per quanto riguarda la situazione in Sudan, "entrambe le parti hanno sottolineato l'importanza di sostenere l'unità e l'integrità territoriale del Sudan e di mantenere un coordinamento costante all'interno del Quartetto". Hanno inoltre ribadito il loro categorico rifiuto di qualsiasi tentativo di dividere o destabilizzare il Paese. Entrambe le parti hanno ribadito la loro condanna dell'attacco ai peacekeeper dell'ONU a Kadugli, esprimendo la loro piena solidarietà al popolo sudanese in questo momento critico.

Abdelatty ha ribadito in proposito il "fermo sostegno" dell'Egitto alle istituzioni nazionali sudanesi e l'appello a istituire un corridoio umanitario efficace per garantire la distribuzione senza ostacoli degli aiuti con una maggiore cooperazione tra le Nazioni Unite, l'Unione Africana e le organizzazioni umanitarie.

Riguardo alla situazione in Libia, l'Egitto spera che sia raggiunta il più rapidamente possibile "una soluzione politica globale, elaborata dai libici, che consenta lo svolgimento simultaneo di elezioni presidenziali e parlamentari, ripristinando così la legittimità delle istituzioni libiche". Ha inoltre ribadito "la necessità del ritiro di tutte le forze straniere, dei combattenti stranieri e dei mercenari dal territorio libico, nonché dello smantellamento delle milizie armate, al fine di contribuire al ripristino della stabilità e della sicurezza in Libia e nella regione".