Estero

Gaza, Trump invita Germania e Italia ad aderire al Board of Peace per la fase 2

Organismo presieduto da Trump per sovrintendere il cessate il fuoco e la stabilizzazione; discussioni su membri, il ruolo dell'ISF e l'urgenza umanitaria a Gaza

11 dicembre 2025
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Le armi continuano a fare rumore, ma gli Stati Uniti starebbero accelerando per inaugurare la fase 2 del piano di pace per Gaza. Secondo quanto risulta da fonti di Axios, la Casa Bianca avrebbe informato i paesi occidentali in merito alla composizione del Board of Peace previsto nella road map, invitando la Germania e l'Italia ad aderire.

Tony Blair, che sembrava destinato a farne parte, sarebbe stato invece escluso nei giorni scorsi per la pressione dei Paesi arabi, mentre l'ex inviato delle Nazioni Unite in Medio Oriente Nickolay Mladenov dovrebbe farne parte.

L'organismo, che sarà presieduto dal presidente americano Donald Trump in persona, nelle intenzioni dovrebbe sovrintendere la transizione verso un definitivo cessate il fuoco, accompagnato dalla Forza internazionale di stabilizzazione (ISF) alla cui guida Washington vorrebbe un generale statunitense a due stelle.

Indonesia, Azerbaigian, Turchia e Egitto si sono già rese disponibili a inviare i loro uomini, ma ancora non ci sono stati passi formali, soprattutto per quanto riguarda Ankara, che Israele non gradirebbe avere nella Striscia: il ministro della difesa Israel Katz, rivolgendosi al leader turco Recep Tayyip Erdogan, gli aveva detto che avrebbe visto Gaza "solo con un binocolo". Intanto Trump va avanti e ieri ha fatto sapere che annuncerà il Board of Peace a inizio 2026.

Ma per far partire la fase 2 Washington e Tel Aviv vogliono anche che Hamas si disarmi: difficile, anche se parrebbe pronto a congelare il proprio arsenale per una tregua duratura.

Nel frattempo il gruppo palestinese è stato accusato da Amnesty International di crimini contro l'umanità durante e dopo il 7 ottobre 2023. "Bugie", secondo Hamas; accuse insufficienti, per Israele, che definisce il rapporto "ben lontano dal riflettere la piena portata delle orribili atrocità commesse".

Nel documento di 173 pagine dell'organizzazione si parla di "violazioni del diritto internazionale umanitario: crimini di guerra e crimini contro l'umanità". Non è la prima condanna delle azioni del gruppo palestinese (già formulata il 12 ottobre 2023), ma certamente la più dettagliata nell'elencare i suoi crimini contro i civili israeliani, compresi gli ostaggi.

E a causare vittime, oltre alle bombe israeliane che hanno ucciso una donna nel nord della Striscia, c'è anche la tempesta Byron che in questi giorni sta flagellando Gaza. A farne le spese è stata una bambina di soli otto mesi, morta la scorsa notte per il freddo a Khan Yunis. La famiglia era stata sfollata per le operazioni militari israeliane. Secondo l'ONU, lo scorso inverno almeno otto neonati sono morti di ipotermia.

L'ONU stima che quasi 850.000 persone, attualmente riparate in 761 campi profughi, affrontino il rischio più elevato di inondazioni. A Gaza piove già da martedì e le organizzazioni umanitarie hanno lanciato un appello urgente a Israele perché consenta l'ingresso di aiuti e materiali utili a fronteggiare la nuova imminente emergenza che potrebbe trasformarsi in tragedia.