Estero

Gb e Canada contro i raid sui narcos, stop scambi tra 007

11 novembre 2025
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Regno Unito e Canada, i due più stretti alleati Usa, prendono le distanze dai sempre più controversi raid americani contro presunte imbarcazioni di narcos venezuelani nei Caraibi e sospendono la condivisione dell'intelligence con Washington nella regione.

Lo ha rivelato la Cnn nel giorno in cui il Pentagono ha annunciato l'arrivo in zona della USS Gerald R. Ford, la portaerei più grande del mondo, che guida un gruppo di attacco con tre cacciatorpediniere lanciamissili e che rafforza uno schieramento navale già poderoso.

Una mossa quest'ultima che fa salire la tensione tra Washington e Caracas, con Maduro che starebbe preparando il Paese a resistere a un'eventuale invasione di terra attraverso azioni di guerriglia, mentre il suo ministero della difesa annuncia un "massiccio dispiegamento" di forze terrestri, navali, aeree, fluviali e missilistiche, nonché della milizia civile, per contrastare le "minacce imperialiste".

Londra, secondo la Cnn, ha deciso un mese fa di non condividere più le informazioni di intelligence con gli Stati Uniti su presunti traffici di droga nei Caraibi perché non vuole essere complice degli attacchi militari americani e ritiene che tali operazioni siano illegali. Idem Ottawa. Un duro colpo che rischia di isolare l'amministrazione Trump, dopo le critiche dell'Onu e di altri Paesi.

Per anni, il Regno Unito, che controlla diversi territori nei Caraibi dove ha basi per attività di intelligence, ha aiutato gli Usa a localizzare navi sospettate di trasportare droga, in modo che la guardia costiera statunitense potesse intercettarle, ispezionarle, detenendo eventualmente l'equipaggio e sequestrando gli stupefacenti. Le informazioni di intelligence venivano solitamente inviate alla Joint Interagency Task Force South, una task force con base in Florida che include rappresentanti di diversi paesi partner e lavora per ridurre il traffico illecito di droga.

Tuttavia, poco dopo che Trump ha iniziato a lanciare attacchi letali contro le imbarcazioni a settembre, Londra ha iniziato a temere che gli Stati Uniti potessero usare le informazioni fornite dai britannici per selezionare i bersagli e si è sfilata. Il Canada, un altro alleato chiave degli Stati Uniti che ha aiutato la Guardia Costiera americana ad intercettare sospetti trafficanti nei Caraibi per quasi due decenni, si è anch'esso distanziato dai raid Usa.

Ottawa intende continuare la sua collaborazione con la Guardia Costiera nell'ambito dell'Operation Caribbean, ma ha chiarito alla Casa Bianca di non voler che la sua intelligence venga usata per colpire le imbarcazioni con attacchi letali.

Finora il Pentagono ha colpito almeno una ventina di imbarcazioni uccidendo 76 persone ma senza fornire prove del loro coinvolgimento nel traffico di droga. La Casa Bianca ritiene di poter continuare ad attaccare senza chiedere al Congresso l'autorizzazione per usare i poteri di guerra, sostenendo che si tratta di un conflitto armato contro cartelli della droga designati come gruppi terroristici stranieri.

Ma secondo il capo dei diritti umani dell'Onu, Volker Türk, e vari esperti legali gli Usa violano la legge internazionale compiendo "omicidi extragiudiziali". "Azioni inaccettabili", ha accusato anche la Russia, stretta alleata del Venezuela ma non certo il pulpito migliore per mettere in discussione la legalità delle operazioni Usa.