Vittoria alle legislative di metà mandato con oltre il 40%, i bond e i pesos brindano

È febbre da vittoria elettorale in Argentina. Il sorprendente risultato del governo ultraliberista di Javier Milei, affermatosi col 40,7% alle elezioni legislative di metà mandato, ha trasmesso l'euforia in borsa con i bond legati al dollaro in rally fin dall'apertura della seduta con rialzi al 25%, mentre le azioni di società quotate a Wall Street hanno spiccato il volo fino al 50%.
"Siamo riusciti a risanare l'economia" in difficoltà anche più del 2001 "e il peggio è passato" ha esultato il presidente, che in due anni ha ridotto l'inflazione dal 200 al 30%. "È una consacrazione storica della visione ultraliberista", ha gongolato il leader mentre le tv trasmettevano un Paese ormai sempre più tinto di viola, il colore della Libertà avanza, contro i pronostici della vigilia, che parlavano di un testa a testa. "È una svolta. Ora iniziamo a ricostruire l'Argentina", ha insistito Milei, incassando le congratulazioni del Repubblicano Donald Trump e del sovranista ungherese Victor Orban.
Una "vittoria schiacciante" l'ha definita l'inquilino della Casa Bianca, che più di ogni altro ha scommesso sull'economista con la motosega, mettendo sul piatto 40 miliardi di dollari per la tenuta economica del Paese e quella dell'esecutivo per i prossimi due anni di mandato. Un partner strategico per Washington - come sottolineato dal segretario al Tesoro, Scott Bessent nelle sue congratulazioni - anche per controllare più da vicino la regione, dove negli anni si sono andati consolidando gli affari di Pechino.
Una scommessa riuscita, alla luce dei dati definitivi che secondo i conteggi del sito ufficiale del Parlamento vedono La Libertà Avanza (Lla), il partito di governo, vittorioso in 16 delle 24 province del Paese, triplicare i numeri alla Camera e al Senato, infliggendo una distanza di 6 punti al peronismo progressista di Fuerza Patria, fermatosi al 34,9%. Dal 10 dicembre lo schieramento di Milei passa infatti dagli attuali 29 deputati a 82 (su un totale di 257), mentre in Senato somma altri 12 seggi ai sei iniziali per un totale di 18 (su 72). Questo senza contare i risultati del partito dell'ex presidente Mauricio Macri - che prima delle elezioni ha rinnovato l'alleanza - e delle cosiddette formazioni 'dialoghiste, che potranno apportare alla maggioranza altri 55 parlamentari.
Numeri che dovrebbero consentire al governo di far fronte alle offensive dell'opposizione al Congresso, e di promuovere le riforme strutturali già annunciate. "In materia fiscale, abbiamo in programma di abbassare le tasse e procederemo anche verso una modernizzazione del lavoro che non comporti una perdita di diritti", ha evidenziato Milei.
Ma la vera rivincita per il conservatore, che ha aperto la porta anche ad una possibile ricandidatura ("Avrò altri due o sei anni") ed ha ammesso di essere rimasto sorpreso dal risultato, è stato il successo nella roccaforte della sinistra, la provincia di Buenos Aires. Nel principale distretto elettorale del Paese, la Libertà Avanza è riuscita ad imporsi in modo clamoroso con il 41,95% dei voti, contro il 40,9% di Fuerza Patria, che ha perso 900mila consensi. In pratica restituendo il KO subito alle elezioni provinciali del 7 settembre.
E a urne ormai chiuse si parla anche di rimpasto di governo. Per il momento sembra essere rinviato a dopo il 10 dicembre. "Il gabinetto sarà progettato in base agli accordi. Verrà costruito alla luce del nuovo Congresso e delle alleanze che stringerò - ha commentato Milei -. Ora ho bisogno di partner per portare avanti le riforme. Abbiamo già mantenuto il 98% delle promesse elettorali. Con questo risultato voglio compiere quello che ancora manca".