Attivisti LGBTQ da tutta l'ex Jugoslavia attesi per la parata, mentre le autorità ignorano le richieste di diritti
Vigilia tesa a Sarajevo in vista del Gay Pride in programma domani, per il quale è previsto l'arrivo di numerosi attivisti della comunità Lgbtq e manifestanti da Zagabria, Belgrado e altre città dell'ex Jugoslavia. Nella capitale bosniaca sono apparsi oggi volantini sui quali, al posto dello slogan del Gay Pride di quest'anno "L'amore è legge", figura la scritta oltraggiosa "Froci disgustosi". E purtroppo non si tratta di una novità dal momento che i discorsi d'odio contro la popolazione Lgbtq sono onnipresenti nello spazio pubblico in Bosnia-Erzegovina e nel resto della regione, e si intensificano in modo particolare prima del Gay Pride.
Secondo quanto annunciato dagli organizzatori, la parata di Sarajevo avrà un programma culturale e artistico. La regione è rappresentata dalla cantante serba Zejna, madrina del Pride di Belgrado lo scorso anno. Per la prima volta, il programma vedrà la partecipazione di quattro drag queen: due dalla Bosnia-Erzegovina e due da Istanbul .
Le autorità della Bosnia-Erzegovina hanno finora ignorato le richieste della comunità omosessuale e degli organizzatori del Gay Pride. Tra esse, il riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso, l'adozione di una legge sull'identità di genere, la protezione delle persone Lgbtq dalla violenza domestica, l'introduzione dei crimini d'odio nel codice penale e modifiche alla legge sugli assembramenti pubblici nel Cantone di Sarajevo, in conformità con gli standard europei.
I politici in Bosnia-Erzegovina sono divisi sul sostegno al Gay Pride, e mentre alcuni scendono in piazza in appoggio alla comunità Lgbtq, altri si oppongono. L'ex sindaca di Sarajevo, Benjamina Karić, si era rifiutata durante il suo mandato di illuminare il Municipio con i colori dell'arcobaleno a sostegno della comunità Lgbtq. E su posizioni critiche verso la popolazione omosessuale sono i responsabili serbo-bosniaci della Republika Srpska, una delle due entità della Bosnia-Erzegovina, l'altra è la Federazione croato-musulmana di cui fa parte Sarajevo.
Per il Gay Pride di domani la polizia ha annunciato severe misure di sicurezza e il traffico nel centro di Sarajevo sarà bloccato per cinque ore, la durata prevista della parata.