L'università affronta accuse e tensioni interne mentre cerca di mantenere i finanziamenti federali
In un momento delicato per l'università, ai ferri corti con l'amministrazione Trump, Harvard ha pubblicato due rapporti paralleli sull'antisemitismo e l'islamofobia nel campus. Nel primo rapporto si afferma che l'antisemitismo ha infiltrato i corsi, la vita sociale, alcuni processi di assunzione e la visione del mondo di determinati programmi accademici. Il secondo dossier documenta a sua volta la presenza diffusa di pregiudizi anti-arabi, anti-musulmani e anti-palestinesi, evidenziando un forte senso di disagio ed emarginazione. Il 92% degli studenti musulmani che hanno risposto all'indagine ha dichiarato di temere ripercussioni accademiche o professionali per aver espresso le proprie opinioni politiche.
Accusata di antisemitismo dall'amministrazione Trump, Harvard sta cercando di contrastare in tribunale la decisione del governo di ritirare miliardi di dollari di finanziamenti federali mentre altri atenei colpiti da misure simili stanno osservando da vicino l'esito del contenzioso.
In una lettera che accompagna i due rapporti, il presidente di Harvard, Alan Garber, si è scusato per i problemi messi in luce dai gruppi di lavoro. Ha affermato che l'attacco di Hamas contro Israele nel 2023 e la guerra che ne è seguita hanno fatto emergere tensioni latenti da tempo e ha promesso di affrontarle. "L'anno accademico 2023-24 è stato deludente e doloroso", ha scritto Garber, entrato in carica nel gennaio 2024: "Harvard non può — e non intende — tollerare l'intolleranza".
Il rapporto sull'antisemitismo è stato elaborato da un gruppo di lavoro composto da docenti, studenti, da un ex direttore dell'Hillel (l'organizzazione ebraica universitaria) e dal responsabile della vita comunitaria e del campus di Harvard, il cui titolo ieri è stato modificato per eliminare il riferimento a termini come diversità e inclusione a cui Trump ha dichiarato guerra. Secondo le conclusioni, l'antisemitismo sembrerebbe più marcato nei settori dell'università caratterizzati da un orientamento alla giustizia sociale, come la Graduate School of Education, la Scuola di Teologia e la School of Public Health. L'altro gruppo di lavoro si è occupato degli studenti, docenti e staff di origine musulmana, araba e palestinese: la task force ha riassunto come "abbandonati e messi a tacere" i sentimenti espressi da molti di loro.