Promulgate leggi per vietare alcune istituzioni statali nella Republika Srpska dopo una condanna a suo carico. Il governo centrale: ‘Tentativo di golpe’
Il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik ha firmato i decreti sulla promulgazione di alcune leggi che prevedono il divieto dell'attività di istituzioni statali del governo centrale bosniaco nella Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina di cui Dodik è presidente. Leggi che erano state adottate a fine febbraio dal parlamento dell'entità in reazione alla condanna di Dodik a un anno di reclusione e sei di interdizione da ogni attività politica per disobbedienza alle delibere dell'Alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina.
Il divieto riguarda l'attività e le decisioni del Tribunale di Bosnia-Erzegovina a Sarajevo (che ha condannato Dodik), della Procura statale, del Consiglio superiore delle procure giudiziarie e dell'Agenzia statale per la sicurezza e la protezione (Sipa), che non verranno d’ora in poi riconosciute e osservate in Republika Srpska. Il parlamento della Republika Srpska aveva inoltre adottato modifiche al codice penale dell'entità che prevedono pene detentive fino a cinque anni per coloro che non agiscono in conformità alle decisioni della dirigenza serbo-bosniaca.
Keystone
Sostenitori di Dodik a Banja Luka
Dodik – che è nel mirino della comunità internazionale per le sue crescenti aspirazioni secessioniste – ha sempre affermato di essere stato vittima di un processo politico ordito ai suoi danni per escluderlo dalla scena politica. Le leggi promulgate ieri – oggetto di dure critiche da parte della dirigenza statale a Sarajevo e dell'altra entità, la Federazione croato-musulmana – dovrebbero entrare in vigore venerdì prossimo.
La decisione del leader serbo-bosniaco ha causato l'immediata reazione della dirigenza bosniaca a livello centrale a Sarajevo, che ha parlato di ‘colpo di stato’. "Da stasera sicuramente il sistema giudiziario si muoverà verso coloro che hanno sancito il colpo di stato, rendendosi responsabili di gravi crimini. La nostra magistratura sicuramente se ne occuperà in futuro", ha detto il ministro degli esteri della Bosnia-Erzegovina Elmedin Konakovic, che è di etnia bosgnacca musulmana.
Condanna anche da parte del ministro della difesa bosniaco Zukan Helez (anch'egli musulmano), secondo il quale tale decreto firmato da Dodik sarà annullato dalla Corte costituzionale. Per Camil Durakovic, vicepresidente della Republika Srpska e musulmano, "Milorad Dodik ha di fatto compiuto un colpo di stato, decretando de facto la separazione della Republika Srpska dalla Bosnia-Erzegovina". Nermin Niksic, primo ministro della Federazione croato-musulmana, l'altra entità della Bosnia-Erzegovina, ha parlato di "pericolosa avventura", con Dodik che a suo avviso "è partito per un viaggio senza ritorno".
Le leggi promulgate da Dodik potranno essere impugnate davanti alla Corte costituzionale di Bosnia-Erzegovina o annullate da parte dell'Alto rappresentante internazionale Christian Schmidt, grazie ai poteri di cui dispone. La decisione è stata subito contestata con un ricorso alla Corte costituzionale. La procura della Bosnia-Erzegovina ha convocato per domani Dodik, sospettato del reato di abbattimento dell'ordine costituzionale, che ha già fatto sapere che non intende presentarsi davanti ai giudici. In base alla legge rischia l'arresto. "La Procura della Bosnia-Erzegovina mi invita a deporre domani come sospettato di aver rovesciato l'ordine costituzionale, solo perché ho adempiuto al mio dovere prescritto dalla Costituzione e dalla legge dopo le decisioni dell'Assemblea nazionale della Republika Srpska", ha detto Dodik. "La Procura della Bosnia-Erzegovina – ha aggiunto – è una categoria incostituzionale, e la rapidità con cui hanno reagito dimostra che tutto era preparato in anticipo, il che significa che la persecuzione politica continua".
Gli ultimi sviluppi della situazione in Bosnia-Erzegovina saranno al centro di una seduta straordinaria a porte chiuse del consiglio di sicurezza dell'Onu, in programma nella serata di oggi a New York su richiesta della Russia. Lo confermano i media a Sarajevo e a Belgrado. La riunione è prevista alle 21 italiane. È stato intanto annunciato un incontro che Dodik avrà nel pomeriggio di oggi a Belgrado con il presidente serbo Aleksandar Vucic.