Estero

Sgarbi si dimette da sottosegretario: è indagato dall'Antitrust

Il critico d'arte si troverebbe in conflitto di interessi avendo partecipato a vari eventi in campo culturale e percependo per ciò compensi

Vittorio Sgarbi
(Keystone)
2 febbraio 2024
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Partecipazioni a conferenze, inaugurazioni di mostre, la vendita di libri. Sono le attività del sottosegretario italiano alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che oggi si è dimesso, finite nel mirino dell'Antitrust. L'istruttoria era stata aperta lo scorso ottobre dopo le segnalazioni arrivate dal ministero della Cultura per le possibili incompatibilità con l'incarico di governo.

Il procedimento sarebbe già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì, potrebbero venirne comunicate le conclusioni.

Lo stesso Sgarbi ha spiegato di aver ricevuto una lettera dell'Autorità "che aveva accolto due lettere anonime, invitate dal ministro della Cultura". Insomma – ha proseguito – "l'indicazione è arrivata. Si può impugnare, ma è arrivata".

D'altronde, già dalla delibera con cui l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) aveva avviato l'istruttoria filtravano alcune indicazioni, secondo cui le attività svolte da Sgarbi avrebbero potuto porsi in contrasto con quanto previsto dalla legge Frattini in tema di conflitto di interessi.

La normativa stabilisce che un titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non possa "esercitare attività professionali in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite" e che possa "percepire unicamente i proventi per le prestazioni svolte prima dell'assunzione della carica".

Sgarbi si era difeso sostenendo che il suo caso non rientrerebbe in questa fattispecie, sottolineando che non c'era alcun atto da lui firmato, anche solo una lettera, con la quale avesse potuto agevolare i suoi interessi.

Successivamente all'avvio dell'istruttoria, l'Antitrust aveva ampliato l'indagine alla vendita dei suoi libri con dedica personalizzata sul proprio sito internet, perché – si spiegava – "potrebbero integrare gli estremi dell'attività di rilievo imprenditoriale".

I primi dettagli dell'indagine furono dati dal Fatto Quotidiano, in un articolo dello scorso ottobre nel quale si spiegava che Sgarbi aveva guadagnato "almeno 300mila euro, solo da febbraio a oggi" per conferenze, interventi e partecipazioni televisive.

I soldi – sosteneva l'articolo – "sono per il sottosegretario Sgarbi, ma vengono dati anche al suo capo segreteria e alla sua compagna", in quella che il quotidiano definiva "una vera e propria industria fondata sull'arte di procacciare attività che si svolgono pure alla luce del sole, ma le cui remunerazioni restano nell'ombra".

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