la guerra in ucraina

Attacco hacker di Kiev, Mosca senza internet e tv

I 50 miliardi di dollari di aiuti statunitensi sono ancora fermi al Congresso. Dal Cremlino ulteriore giro di vite contro i dissidenti

Neve e stelle rosse con la famigerata Z a Mosca
(Keystone)
9 gennaio 2024
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Gli attacchi di Kiev contro il territorio russo si abbattono anche sulla rete virtuale di Mosca, mentre proseguono quotidianamente i raid con missili e droni sulle regioni di confine. Secondo quanto raccontato da alcune fonti ai media ucraini, un gruppo di hacker di Kiev, probabilmente con il supporto dell'intelligence, ha violato il provider internet ‘M9com’ e ha demolito i server, con il risultato che parte della capitale russa è rimasta senza internet e Tv.

Nell'attacco più di 10 Gb di dati sono stati scaricati dalla posta dell'azienda e dai database dei clienti, che sono stati pubblicati online. Una vendetta per l'attacco informatico del 12 dicembre alla società di telecomunicazioni ucraina Kyivstar, hanno spiegato le fonti. Contemporaneamente prosegue la campagna di attacchi ucraini sui territori russi: due droni hanno colpito un deposito di carburante a Oryol provocando tre feriti e un incendio subito contenuto, ha riferito il governatore Andrei Klitschko.

Continuano i raid

Nel Kursk, una donna è morta e due case sono state danneggiate per un bombardamento sul villaggio di Gornal, ha denunciato il governatore Roman Starovoyt, poco dopo aver riferito dell'abbattimento di quattro droni sulla regione. E continuano i raid ucraini sulla regione di Belgorod – la più colpita nelle ultime settimane – con tre feriti gravi in 24 ore. Di fronte all'intensità di questi attacchi, il Cremlino promette che l'esercito russo "continuerà a fare tutto" il possibile per fermare i bombardamenti, ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov. Anche in Ucraina continuano tuttavia a piovere missili. E a piegare il popolo ucraino ci si mette anche il generale inverno, con temperature scese a -15 gradi in molte parti del Paese, che hanno contribuito a lasciare più di 1’000 città e villaggi senza elettricità in nove regioni, ha riferito l'operatore Ukrenergo. La rete ucraina soffre infatti gli attacchi alle infrastrutture energetiche, in ogni caso meno intensi rispetto all'ultimo: oggi la strategia russa punta sui depositi di armi, mentre Kiev non riesce a trovare certezze sulle forniture di aiuti occidentali.


Keystone
Vladimir Putin al telefono

"L'Ucraina ha speso una riserva considerevole" di munizioni ed "è chiaro che c’è una carenza di missili guidati antiaerei", è l'allarme lanciato dal portavoce dell'aeronautica Yuri Ihnat. Commenti che giungono dopo che il New York Times ha riferito che funzionari della Casa Bianca e del Pentagono hanno avvertito che la fornitura di missili Patriot potrebbe presto diventare insostenibile: ci vogliono tra i 2 e i 4 milioni di dollari per costruire un solo razzo. I 50 miliardi di aiuti alla sicurezza per Kiev restano bloccati al Congresso degli Stati Uniti. E il governo di Volodymyr Zelensky aspetta ancora di ricevere un pacchetto da 50 miliardi di euro dall'Ue, bloccato dal veto dell'Ungheria. Ma qualcosa sembra muoversi sugli aiuti comunitari: secondo tre fonti diplomatiche europee consultate da Politico, Budapest "ha indicato che potrebbe togliere il suo veto agli aiuti a condizione che i finanziamenti vengano approvati ogni anno". Una possibilità che però offrirebbe a Viktor Orban – che a luglio assumerà la presidenza di turno dell'Ue – una leva annuale spendibile su altri tavoli negoziali. Sembra invece non avere problemi di armi il ministero della Difesa russo, che ha annunciato un aumento delle forniture avviando la produzione in serie di un vasto assortimento di droni.

Le armi di Iran e Corea del Nord

Nel frattempo, il Cremlino sposa la linea del ‘no comment’ sulle accuse della Casa Bianca e di Kiev di aver usato armi nordcoreane negli attacchi all'Ucraina, e punta anzi il dito contro le forze ucraine per aver bombardato "siti civili" in territorio russo, "incluso il centro di Belgorod", con "proiettili e missili fabbricati in Germania, Francia, Italia, Stati Uniti e altri Paesi".

I dissidenti

Intanto Vladimir Putin si prepara alla rielezione nel voto russo di marzo, dove non si attendono sorprese: lo zar domina incontrastato il sistema politico e i media da vent'anni, durante i quali è riuscito a eliminare il dissenso anche incarcerando i suoi oppositori politici. Il più celebre è Alexei Navalny, finito in un carcere al gelo del Circolo polare artico. E mandato subito in cella d'isolamento per sette giorni, non appena terminata la quarantena obbligatoria. Ma il clima rigido e la prigionia non fermano la sua proverbiale ironia: "Ci sono poche cose più tonificanti di una passeggiata a Yamal alle 6.30 del mattino", ha scritto il dissidente sui social. "E che meravigliosa brezza fresca soffia nel cortile, nonostante la recinzione di cemento, wow!".