Estero

Franchi ed euro falsi e traffico di Fentanyl, arresti in Italia

Smantellata a Piacenza un'organizzazione dedita al commercio illegale del pericoloso oppioide sintetico e alla fabbricazione e smercio di soldi fasulli

Gli euro prodotti dai falsari
(Foto: Guardia di Finanza)
15 novembre 2023
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La Guardia di Finanza di Piacenza, nei giorni scorsi, nell'ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica italiana, ha eseguito sette custodie cautelari in carcere nei confronti di altrettante persone coinvolte, a vario titolo, in attività di traffico internazionale di stupefacenti, Fentanyl, fabbricazione e immissione, sul mercato, di valuta contraffatta e riciclaggio.

La mente di tutta l'organizzazione, per l'accusa, era un piacentino di 51 anni, già arrestato anni fa perché fabbricava euro falsi. Questa volta deve rispondere anche di aver fatto da tramite tra la Cina e l'America per il traffico di Fentanyl, oppioide sintetico. L'altra notte i finanzieri hanno fatto irruzione nel suo appartamento alla periferia di Piacenza insieme ad agenti della Direzione centrale servizi antidroga, la Dcsa italiana, e della Dea americana.

L'operazione si è avvalsa anche della collaborazione dell'agenzia americana per il contrasto alla droga, visto che lo stupefacente che il 51enne piacentino faceva arrivare dalla Cina finiva sul mercato dello spaccio americano, dopo essere stato spedito in pacchi per posta ordinaria.

Anche falsi franchi svizzeri

Sul piacentino – hanno spiegato la procuratrice Grazia Pradella e il sostituto Matteo Centini – grava anche una richiesta di estradizione negli Stati Uniti visto che alcuni mesi fa un ragazzo americano ha perso la vita a causa di un'overdose dopo aver assunto il Fentanyl.

In casa del 51enne è stata trovata anche una officina artigianale per creare euro e franchi svizzeri falsi. I soldi – secondo gli inquirenti – erano realizzati a regola d'arte ed erano in grado di ingannare anche i sistemi di controllo e sicurezza degli Atm svizzeri e di altri Paesi europei. Le banconote false venivano veicolate sul territorio elvetico nascoste in doppi fondi delle vetture o batterie dei monopattini elettrici. Giunte in Svizzera, venivano poi immesse nel circuito legale attraverso l’utilizzo di macchine automatiche per le scommesse sportive, o gli ATM bitcoin. La riconversione dei bitcoin in euro veniva poi affidata ad altri soggetti dell’Est Europa che, una volta conclusa l’operazione di riciclaggio, provvedevano alla restituzione, al falsario piacentino, della somma “ripulita” decurtata della percentuale del 7%.

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