La Guardia di finanza ha smantellato un circuito di fatturazioni false nel settore del traffico dati internazionale: oltre 50 milioni di euro di Iva evasi
Un imprenditore italiano residente in Svizzera è stato arrestato nei giorni scorsi per frode fiscale. L'operazione della Guardia di finanza del Comando Provinciale di Milano, coordinata dal locale Ufficio della Procura europea, ha portato inoltre al sequestro preventivo di oltre 50 milioni di euro, equivalente all’Iva complessivamente evasa, nei confronti di un’azienda leader nazionale nel commercio del gas e dell’energia.
L’indagine trae origine da un complesso di attività ispettive di natura fiscale avviate nel corso del 2022 dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Milano e dall’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle entrate – Settore Contrasto Illeciti, che hanno portato all’emersione di un sofisticato circuito di false fatturazioni nel settore del commercio di Traffico dati internazionale VoIP, dal 2019 al 2021, per circa 250 milioni di euro, da cui un’Iva sottratta ad imposizione per € 53'898'819,69.
Le investigazioni di natura tributaria e giudiziaria hanno permesso di risalire ad una nota azienda di Faenza, attiva nel trading del gas e dell’energia, che, trovandosi in uno stato di crisi, attratta dagli importanti margini di guadagno prospettati da un broker svizzero, un imprenditore di origine italiana con un’approfondita conoscenza delle dinamiche del mercato VoIP, ha partecipato consapevolmente ad una frode all’Iva accertata dagli investigatori per oltre 50 milioni di euro.
Le false fatturazioni, agevolate dall’oggetto delle corrispondenti transazioni commerciali, ossia il traffico dati, che come bene immateriale può essere agevolmente gestito da remoto, transitavano da missing trader esteri, cartiere nazionali e società filtro per raggiungere infine la società ravennate, che rivendendo alla prima società estera, attraverso dunque un’operazione non imponibile Iva, abbatteva il proprio debito impositivo dando vita ad un nuovo carosello.
Parte delle aziende nazionali ed estere, funzionali al descritto carosello di fatturazione, faceva riferimento all'imprenditore residente in Svizzera arrestato, a cui la società di Faenza ha demandato l’intero business.