Si tratta di un quasi 70enne con doppia nazionalità, rimasto ucciso durante gli attacchi terroristici del gruppo islamista palestinese
Un cittadino di nazionalità elvetica e israeliana quasi settantenne è stato ucciso dai "terroristi" di Hamas. "Purtroppo devo confermarlo", ha dichiarato oggi alla stampa a Ginevra il consigliere federale Ignazio Cassis.
Non si sa ancora molto delle circostanze del decesso, ha detto il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) in una conferenza stampa a margine di un vertice di diplomazia scientifica. La morte dell'uomo è il risultato di uno "sfortunato incontro" con i terroristi. L'anziano si trovava in uno dei kibbutz presi di mira dagli islamisti.
Cassis ha espresso le sue più sentite condoglianze ai parenti. Il Dfae indica sul suo sito web che l'uomo viveva in Israele dal 2004. Per ragioni legate alla protezione della personalità non vengono forniti ulteriori dettagli.
Israele ospita una delle più grandi comunità svizzere all'estero. Anche nei Territori palestinesi ci sono cittadini con doppia nazionalità, tra cui alcuni che lavorano in progetti di sviluppo. Data la volatilità della situazione, "non sappiamo esattamente quanti siano", ha detto il capo della diplomazia elvetica.
Cassis ha precisato che "visto quanto sta accadendo" al momento non ci sono contatti con Hamas. Alla fine della scorsa settimana "il nostro personale in loco" ne ha avuto uno – l'attacco degli islamisti palestinesi in territorio israeliano risale a sabato 7 ottobre. Per le stesse ragioni è prematuro parlare di buoni uffici da parte della Confederazione, ha aggiunto Cassis.
L'annuncio del Consiglio federale di mercoledì di voler considerare giuridicamente Hamas come gruppo terroristico non ha avuto alcun impatto sul dialogo con quest'ultimo. Il "ministro" degli esteri si aspetta un chiarimento "nei prossimi giorni" da parte dell'amministrazione federale su come gestire la questione.
Cassis sta cercando di eliminare qualsiasi ambiguità sulla natura terroristica degli attacchi di sabato scorso. Ha ribadito di averlo detto chiaramente alla stampa sin da lunedì.
I contatti con gli islamisti radicali in passato "non sono stati ufficiali" e sono avvenuti "in casi specifici" per trasmettere messaggi a Israele, ha precisato il capo della diplomazia svizzera.
Per quanto riguarda le questioni finanziarie, la task force istituita dalla Confederazione valuterà se sia necessario intervenire per evitare che il denaro di Hamas venga depositato in Svizzera. In merito all'aiuto umanitario, Berna ha già rivisto la sua assistenza nella regione, riducendo il numero di organizzazioni elvetiche attive.
Dopo l'ultimatum di Israele all'Onu di evacuare il nord della Striscia di Gaza, il consigliere federale ha voluto ribadire con forza un messaggio alle autorità israeliane e ai palestinesi: "Rispetto del diritto internazionale umanitario, rispetto del diritto internazionale umanitario, rispetto del diritto internazionale umanitario".
"Israele ha il diritto di difendersi e di rispondere a questo attacco", ha ribadito il consigliere federale, che ha però invitato le parti coinvolte negli scontri a rispettare i loro obblighi internazionali.
Cassis ha anche parlato di una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle questioni umanitarie che si terrà oggi. Nessuno Stato da solo sarà in grado di migliorare l'accesso umanitario: la guida delle Nazioni Unite è essenziale per compiere progressi, ha affermato.