Nel documento si chiede ‘più fiducia tra l'Ue e la Svizzera sulla base di una maggiore trasparenza’ per migliorare le relazioni
Il Parlamento europeo ha adottato oggi a Strasburgo il rapporto sulla Svizzera con 538 voti a favore, 42 contrari e 43 astensioni. In esso si chiede "più fiducia tra l'Ue e la Svizzera sulla base di una maggiore trasparenza".
I deputati hanno deplorato il fatto che il Consiglio federale deciderà sul mandato di negoziazione solo alla fine dell'anno e ricordato che a causa delle elezioni europee di metà 2024 la "finestra è limitata": pertanto hanno chiesto alle parti di raggiungere fino ad allora un'intesa sul pacchetto di accordi.
Se lo status quo perdura, numerosi accordi bilaterali tra Bruxelles e Berna "rischiano di essere erosi della loro sostanza", hanno avvertito, citando ad esempio il settore elvetico delle tecniche mediche. Oltre al nuovo pacchetto di intese serve però anche un'attualizzazione dell'accordo di libero scambio e un accordo moderno sulla protezione degli investimenti.
"Le relazioni tra l'Ue e la Svizzera migliorerebbero nettamente con una maggiore fiducia reciproca", ha dichiarato l'eurodeputato conservatore austriaco Lukas Mandl, responsabile del rapporto.
Per il resto il Parlamento europeo ha accolto favorevolmente la ripresa da parte della Confederazione delle sanzioni dell'Ue in relazione alla guerra d'aggressione russa contro l'Ucraina e auspicato l'adozione sistematica. Ha inoltre lodato la collaborazione in ambiti militari così come il desiderio della Svizzera di partecipare al sistema di difesa aerea europeo Sky Shield.
Ha invece biasimato il fatto che Berna "vieti la riesportazione di munizioni e materiale di guerra di produzione elvetica da Stati membri dell'Ue all'Ucraina". Al contempo ha incoraggiato il Consiglio federale a permettere "la confisca di patrimoni russi" e chiesto la partecipazione della Confederazione alla task force dei Paesi membri del G7.
In ambito commerciale il rapporto rileva che le relazioni con la Svizzera sono talmente strette da andare oltre la mera "integrazione economica". Per questo "va garantito il funzionamento senza intoppi del mercato interno", cosa che però – è stato criticato – non è il caso ad esempio per quanto concerne la libera circolazione delle persone.
I deputati hanno tuttavia pure preso atto delle preoccupazioni di Berna: anche l'Unione è impegnata nella "lotta contro condizioni di lavoro abusive". Pertanto si potrebbe "prendere in considerazione per un periodo determinato l'applicazione di misure temporanee" basate sul diritto dell'Ue.
Per rispondere ai timori degli scettici in Svizzera, il Parlamento europeo si è pure espresso a favore "di una maggiore trasparenza, ad esempio sulla realtà della libera circolazione dei lavoratori", ha spiegato Mandl.
Nel loro rapporto sulla Svizzera i deputati si sono inoltre mostrati preoccupati per l'assenza di un accordo sull'elettricità: ciò comporta rischi per la rete europea. Quindi hanno chiesto "soluzioni tecniche a livello di gestori di reti di trasmissione e il coinvolgimento della Svizzera nei calcoli della capacità dell'Ue".
Nel campo della ricerca il Parlamento europeo ha chiesto, dopo l'approvazione del mandato di negoziazione, regole transitorie per una partecipazione elvetica al programma dell'Ue "Horizon Europe": "Ciò rafforzerà l'Europa nel suo insieme quale polo scientifico e dell'innovazione", ha ancora affermato Mandl.
L'eurodeputato austriaco era stato incaricato due anni e mezzo fa di stilare un rapporto. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola è ora invitata a condividere il rapporto con le altre istituzioni dell'Ue, nonché con le Camere federali.