Dopo gli sconti a fuoco, il ministro dell'Interno kosovaro Svecla: ‘Dalla quantità di armi si capisce che c’era un piano per destabilizzare la regione’
Il ministro dell’Interno kosovaro Xhelal Svecla ha chiesto alla Serbia di consegnare al più presto a Pristina tutti i componenti del gruppo armato protagonista degli scontri tra sabato notte e ieri nel nord del Kosovo che si sarebbero rifugiati in territorio serbo, a cominciare dai sei aggressori rimasti feriti.
La sparatoria contro degli agenti intervenuti per rimuovere un blocco stradale nel villaggio di Banjska – a maggioranza serba, sempre più insofferente per la politica ritenuta ostile e discriminatoria da parte del governo di Pristina – ha portato all’uccisione di uno di loro e al ferimento di altri due, mentre sul fronte dei rivoltosi si registrano ufficialmente quattro morti.
Svecla ha dichiarato che sono stati trovati documenti che provano la partecipazione all’azione armata di Milan Radojicic, vicepresidente di Srpska Lista, il maggior partito della comunità serba in Kosovo, strettamente legato alla dirigenza di Belgrado. Dalla quantità definita “enorme” di armi trovate “si capisce che vi era un piano per distribuirle e coinvolgere centinaia di persone allo scopo di destabilizzare la regione”, ha affermato Svecla.