Estero

Lula: ‘Putin al G20 in Brasile non sarà arrestato’

Lavrov ha definito l'esito dei lavori del G20 ‘un successo: siamo riusciti a sventare il tentativo dell'Occidente di ‘ucrainizzare’ l’agenda del vertice’

Lula e Modi, grandi protagonisti
(Keystone)

Nessun arresto del presidente russo Vladimir Putin nel caso decida di volare al vertice del G20 di fine novembre 2024 di Rio de Janeiro. Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, prima ancora di raccogliere il testimone dal premier indiano Narendra Modi, ha voluto informare il capo del Cremlino delle intenzioni della sua presidenza su un tema - quello dell'aggressione russa all'Ucraina - che resta un argomento molto divisivo all'interno del gruppo delle principali economie sviluppate ed emergenti.

"Godiamo della pace e ci piace trattare bene le persone. Quindi credo che Putin possa andare facilmente in Brasile", ha osservato Lula, per il quale "se io sono il presidente del Brasile e se lui viene in Brasile, non c’è alcuna possibilità che sia arrestato", in esecuzione del mandato di cattura della Corte penale internazionale spiccato a marzo per l'accusa di deportazione illegale di bambini ucraini, un crimine di guerra.

Sia l'India sia il Brasile sono firmatari dell'accordo che diede vita alla Corte penale internazionale: a New Delhi Putin non s’è presentato, mandando il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, raggiante in conferenza stampa. Ha definito l'esito dei lavori del G20 un "successo: siamo riusciti a sventare il tentativo dell'Occidente di ‘ucrainizzare’ l'agenda del vertice", ha rincarato, certo dell'invito a Rio per lo "zar", a dispetto delle opposizioni occidentali.

Ieri, dopo lunghi negoziati, i Paesi del G20 hanno adottato al primo giorno del vertice una dichiarazione congiunta - più sfumata di quella votata al G20 di Bali (Indonesia) di novembre 2022 - che evita di condannare Mosca per la guerra in Ucraina, ma invita tutti gli Stati ad astenersi dall'usare la forza per impossessarsi di territorio, rispettando la Carta delle Nazioni Unite.

A dispetto delle critiche e della delusione di Kiev, la premier italiana Giorgia Meloni ha rivendicato la validità del testo approvato. "All'inizio di questo vertice qualcuno temeva e qualcuno sperava che non si sarebbe raggiunta una conclusione. Arrivare a una dichiarazione significa che si sono fatti passi avanti significativi", in quanto "la dichiarazione fa esplicito riferimento alle risoluzioni di condanna dell'Onu dell'aggressione all'Ucraina da parte della Russia".

Insomma, un lavoro "complesso, di cesello, che ha portato anche la Russia a sottoscrivere le conclusioni per evitare l'isolamento", ha aggiunto la presidente del Consiglio in conferenza stampa. "Tutti gli altri erano su un'altra posizione. Quindi, nella difficoltà di questo contesto, considero ottima la conclusione di questo G20. Non vedo passi indietro, anzi rispetto allo scorso anno, quando le conclusioni del G20 furono considerate un piccolo miracolo diplomatico, si continua ad andare in quella direzione".

Risultati insufficienti sul clima

Ma non ci sono state solo le lamentele di Kiev a pesare sul summit di New Delhi, dato che anche i risultati "insufficienti" sul clima hanno deluso il presidente francese Emmanuel Macron. "Dobbiamo tutti eliminare gradualmente il carbone molto rapidamente e molto più rapidamente di oggi", ha detto il capo dell'Eliseo.

Guardando al futuro, Lula ha tracciato anche le priorità della sua presidenza basate su tre punti principali: "L'inclusione sociale e la lotta contro la fame", "la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile nei suoi aspetti principali" e "il buon governo del sistema delle istituzioni globale". Sono tutte priorità che "fanno parte del motto della presidenza brasiliana che recita ‘Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile’", ha proseguito ancora Lula.

Un programma complesso e ambizioso su cui pesano le incognite sull'impegno reale futuro della Cina nel G20 dopo l'assenza non motivata all'appuntamento di New Delhi da parte del presidente Xi Jinping. Senza dimenticare le tensioni con Washington, segnalate dalla missione, dopo il summit in India, del presidente Joe Biden in Vietnam, a rafforzare i legami con un ex nemico in funzione anti Pechino.

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