africa

Gabon, il generale golpista promette libere elezioni

Oligui giura da presidente senza dire quanto durerà la transizione

La festa dei supporter del neopresidente
(Keystone)
4 settembre 2023
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Il colpo di Stato in Gabon, il nono compiuto negli ultimi tre anni in Sahel e Africa subsahariana, si è consolidato, per ora sine die, avanzando promesse di democrazia: il generale Brice Oligui Nguema, il nuovo uomo forte del piccolo Stato equatoriale che cinque giorni fa ha rovesciato il presidente Ali Bongo, ha giurato come presidente di una "transizione" di cui non ha precisato la durata pur assicurando di "restituire il potere ai civili" attraverso "elezioni credibili".


Keystone
La giunta militare gabonese

Il 30 agosto i militari gabonesi avevano proclamato la "fine del regime" di Ali Bongo Ondimba, che aveva governato il Gabon per 14 anni dopo essere succeduto al padre Omar, protraendo così per oltre mezzo secolo un corrotto dominio familiare sul Paese dell'Africa occidentale ricco di petrolio ma con un terzo della popolazione che vive sotto la soglia di povertà. "Giuro davanti a Dio e al popolo gabonese che preserverò fedelmente il regime repubblicano" e "salvaguarderò le conquiste della democrazia", ha dichiarato il generale di brigata Oligui, vestito con l'uniforme rossa della Guardia Repubblicana, l'unità d'élite dell'esercito che comanda dal 2020 e che aveva fornito ai Bongo pretoriani per decenni.

Ora Costituzione e nuove leggi

Davanti a centinaia di ospiti, tra cui i ministri estromessi da Ali Bongo ed esponenti di spicco dell'opposizione, il generale ha esortato a partecipare alla stesura di una futura Costituzione da "adottare tramite referendum" e di nuovi codici elettorali e penali "più democratici e rispettosi dei diritti umani". Oligui si è inoltre impegnato a "restituire il potere ai civili organizzando elezioni libere, trasparenti e credibili" e ha annunciato la nomina, "tra pochi giorni", di un governo di transizione composto da persone "esperte" e "navigate", alle quali ha chiesto la liberazione dei "prigionieri di coscienza" e il ritorno degli "esiliati politici". Il golpe era stato compiuto meno di un'ora dopo la proclamazione della rielezione di Bongo nel contestato voto del 26 agosto.

Il giorno successivo, i capi dell'esercito e della polizia, riuniti in un Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni (Ctri) guidato da Oligui, hanno posto il capo di Stato agli arresti domiciliari e accusato il suo entourage - in particolare la moglie e uno dei figli - di "massiccia appropriazione indebita" di denaro pubblico e di "governo irresponsabile". Bongo era uno dei pilastri della "Françafrique", l'opaca rete di diplomazia, commercio e potenza militare francese che per decenni ha mantenuto al potere nelle ex colonie autocrati africani assicurando ad aziende francesi un accesso privilegiato ai loro entourage.

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