Estero

La Russia è responsabile delle violenze contro le Pussy Riot

La Corte dei diritti umani accoglie il ricorso del collettivo: i cosacchi che le avevano frustate a Sochi nel 2014 agivano per conto delle autorità

(Keystone)
29 agosto 2023
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Lo Stato russo è responsabile delle violenze inflitte alle componenti del gruppo Pussy Riot mentre cercavano di esibirsi durante le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014. L'ha stabilito la Corte europea dei diritti umani condannando Mosca per aver violato il diritto delle Pussy Riot a non essere sottoposte a trattamenti inumani e degradanti e aver limitato la loro libertà d'espressione.

I giudici di Strasburgo affermano che le Pussy Riot hanno ragione nel ritenere che i cosacchi che le hanno anche frustate e cosparso i loro visi con un gas al peperoncino stessero agendo per conto delle autorità quando gli hanno impedito con la violenza di girare il video della loro nuova canzone ‘Putin Will Teach You to Love the Motherland’ (Putin ti insegnerà ad amare la Madre Patria) sotto un cartello pubblicitario delle Olimpiadi.

Le autorità locali avevano in effetti impiegato una formazione di cosacchi, che indossavano le uniformi tradizionali ed erano armati di fruste, per mantenere l'ordine pubblico durante i Giochi Olimpici. Nella sentenza, inoltre, la Cedu specifica che lo Stato russo non ha condotto un'indagine efficace sull'accaduto per identificare e punire i responsabili. La Cedu ha stabilito che Mosca dovrà versare alle 5 Pussy Riot 15mila euro ciascuna per danni morali, e 7’200 euro per coprire le spese legali del gruppo.