Estero

La Cedu condanna la Grecia: ha messo a rischio vite in mare

La Corte europea dei diritti umani ha sanzionato Atene per non aver fatto il possibile per proteggere la vita di 27 migranti in un intervento nel 2014

(Keystone)
7 luglio 2022
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La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato la Grecia per non aver fatto tutto quello che ci si poteva attendere per proteggere la vita di 27 migranti, 11 dei quali sono morti, durante un’operazione di salvataggio avvenuta nel gennaio del 2014. Nella sentenza, che diverrà definitiva tra 3 mesi se le parti non faranno appello, la Cedu ha stabilito che Atene dovrà versare ai ricorrenti 330mila euro per danni morali.

Nel condannare la Grecia, anche per non aver condotto un’inchiesta efficace che potesse far luce sull’accaduto, la Corte di Strasburgo sostiene che le autorità non sono state in grado di spiegare le numerose deficienze che emergono dalle prove in suo possesso su come è stata gestita l’operazione di salvataggio.

I giudici affermano di non aver sufficienti prove che confermino la versione dei migranti secondo cui la tragedia sarebbe stata causata dalla guardia costiera che cercava di spingere il peschereccio malandato su cui si trovavano verso le coste turche. Tuttavia sostengono che ci sono sufficienti prove per dimostrare che le decisioni prese dalle autorità greche non hanno permesso di proteggere la vita di quanti erano sull’imbarcazione.

La Cedu evidenzia in particolare la scelta di inviare verso il peschereccio un motoscafo non dotato del necessario per il salvataggio, nonostante le cattive condizioni del tempo, ed elencano anche tutti i ritardi intervenuti nel richiedere assistenza dopo che l’imbarcazione dei migranti si è capovolta e ha cominciato ad affondare.

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