Stati Uniti

Nuove grane all'orizzonte per Donald Trump

Tre nuovi capi d'accusa per l'ex presidente statunitense in relazione alle carte segrete a Mar-a-Lago

Stavolta l’indice è puntato su tre persone
(Keystone)
28 luglio 2023
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Il procuratore speciale Jack Smith ha presentato tre nuovi capi di accusa contro Donald Trump per le carte segrete a Mar-a-Lago. Il più pesante riguarda il tentativo di far sparire un video di sorveglianza affinché non finisse nelle mani del gran giurì.

Mentre l'attenzione è tutta sull'inchiesta sul 6 gennaio e sulla possibile terza incriminazione dell'ex presidente, le nuove accuse arrivano a sorpresa e, secondo gli esperti, sembrano essere in grado di indebolire ulteriormente la posizione di Trump.

L'ex presidente è accusato di aver cercato di "alterare, distruggere o nascondere prove", di aver cercato "di indurre altre persone a farlo" e di aver mostrato un documento altamente riservato ad alcuni ospiti del suo club di golf di Bedminster, New Jersey.

Il portavoce di Trump: ‘Illegale caccia alle streghe’

Il tycoon respinge le accuse: «Questo non è altro che il tentativo disperato della criminale famiglia di Biden e del loro Dipartimento di giustizia di tormentare il presidente Trump e coloro che lo circondano», ha affermato il portavoce di Trump Steven Cheung. «Lo squilibrato Jack Smith sa di non avere alcun caso e sta cercando ogni strada per salvare un'illegale caccia alle streghe e trovare un altro che possa correre contro Joe Biden», ha aggiunto Cheung.

Nelle 60 pagine supplementari all'incriminazione per le carte a Mar-a-Lago, Smith ha accusato Trump di essere stato in possesso di un documento di guerra altamente classificato e di averlo condiviso, dopo l'uscita dalla Casa Bianca, con persone che non avevano le necessarie autorizzazione per accedervi.

Indagata un'altra persona

Nel mirino del procuratore è finita anche una terza persona oltre a Trump e Walt Nauta. Si tratta di Carlos De Oliveira, un dipendente di Mar-a-Lago che il 27 giugno del 2022 ha detto a un suo collega che "il boss", ovvero Trump, "voleva la distruzione del server" con le riprese registrate dalle telecamere posizionate vicino agli scatoloni con i documenti segreti.

A De Oliveira il collega ha però risposto di non sapere come procedere e soprattutto di non ritenere di avere il diritto di fare quanto chiesto. Incassato il no, De Oliveira ha chiamato Nauta, storico collaboratore di Trump, e successivamente lo ha incontrato di persona a Mar-a-Lago.

Le nuove accuse potrebbero far slittare il processo per le carte segrete fissato in maggio sul quale pesano le incognite di possibili altre incriminazioni di Trump per il 6 gennaio e per le interferenze sulle elezioni.

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