Estero

Trump sul chi vive: terza incriminazione in arrivo

Gran giurì riunito per formalizzare le accuse sull’assalto al Congresso del 6 gennaio. ‘Legali già avvertiti’. L’ex presidente: ‘Distruggono l’America’

I suoi legali le stanno provando tutte per far slittare le accuse
(Keystone)
27 luglio 2023
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New York – Donald Trump trema. L'ex presidente si avvia a essere incriminato per la terza volta dall'inizio dell'anno: dopo le accuse per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels e quelle per le carte segrete a Mar-a-Lago, sull'ex presidente potrebbero abbattersi a breve quelle ancora più gravi per l'assalto al Congresso del 6 gennaio.

Mentre il gran giurì è riunito, i legali di Trump - Todd Blanche e il nuovo assunto John Lauro - hanno incontrato il procuratore speciale Jack Smith nel tentativo di convincerlo a ritardare l'incriminazione. Secondo gli avvocati dell'ex presidente, un'accusa formale ora sarebbe inopportuna visto il momento politico: Trump è infatti il front runner repubblicano nella corsa alla Casa Bianca e fra solo un mese si terrà il primo dibattito fra gli aspiranti conservatori al 2024. L'incontro è stato "costruttivo. Hanno spiegato nel dettaglio che non ho fatto nulla di sbagliato, che sono stato consigliato da molti legali e che una mia incriminazione distruggerebbe ulteriormente il Paese", ha riferito Trump sul suo social Truth.

Tempi stretti

Pur con l'obiettivo di convincere il procuratore Smith e il suo staff a far slittare le accuse, i legali dell'ex presidente si sono presentati all'incontro - durato un'ora - pronti anche a discutere anche l'eventuale logistica di un'incriminazione del loro assistito, evitando comunque di entrare nei dettagli che vanno definiti con il Secret Service. "Agli avvocati è stato detto di attendersi un'altra incriminazione", hanno riferito alcune fonti ai media americani, senza però indicare una tempistica precisa per le accuse. È probabile comunque che i tempi siano stretti. Trump ha infatti ricevuto la ‘target letter’, una sorta di avviso di garanzia, alla metà di luglio e solitamente la missiva è seguita da un'incriminazione nel giro delle due o tre settimane successive.

Per Trump e il partito repubblicano la terza incriminazione rischia di essere la più pesante e imbarazzante. Le accuse precise non sono note ma gli investigatori hanno lavorato a tutto campo nel cerchio degli alleati del tycoon per far luce sui tentativi di bloccare il legittimo e pacifico trasferimento dei poteri dopo l'esito del voto del 2020, cavalcando la tesi delle elezioni rubate e dando poi vita all'assalto al Congresso. Un'inchiesta che a Trump e ai suoi sostenitori non è mai andata giù: il tycoon l'ha definita ripetutamente "una caccia alla streghe" simile al Russiagate condotta da un "pazzo" come Smith.

Nonostante le battaglie legali che lo vedono protagonista, Trump continua a volare nei sondaggi distanziando sempre più Ron DeSantis, il suo maggiore rivale fra i conservatori. Di fronte all'ex presidente traballa anche Joe Biden, sulla cui corsa pesano le grane del figlio Hunter e un'età avanzata che lo rende non particolarmente amato dai più giovani.

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