Estero

Offensiva ucraina a Bakhmut. Prigozhin: ‘Russi in fuga’

Il capo della Wagner invita il ministro della Difesa Shoigu a vedere la situazione. Imminente missione dell’inviato cinese Li Hui in Europa

Soldati ucraini vicino a Bakhmut
(Keystone)
12 maggio 2023
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Kiev – La battaglia delle rivendicazioni corre parallela a quella sul terreno a Bakhmut, con Mosca e Kiev che si rimpallano successi e smentite sul punto più caldo della guerra in Ucraina. Mentre il ministero della Difesa russo prova a minimizzare i risultati annunciati da Kiev, l'esercito ucraino parla di "fase offensiva attiva al fronte", di un "nemico esausto e sanguinante" e "sulla difensiva". E trova la sponda del ribelle Yevgeny Prigozhin, che continua a infiammare le polemiche con Mosca denunciando che le truppe regolari russe a Bakhmut non si sono "raggruppate" per assumere una linea più vantaggiosa, come sostenuto dal portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov.

Versioni contrastanti

Quello è un modo per Mosca di "edulcorare" la situazione, ma la verità è che l'esercito russo "si è dato alla fuga", è l'attacco del capo dei mercenari Wagner. Ormai senza freni, il leader dei combattenti ha concesso agli ucraini il fatto di aver preso 5 chilometri quadrati di territorio vicino alla città del Donetsk, di essere "a una distanza di 500 metri da Bakhmut, occupando tutte le altezze tattiche" e di aver "completamente liberato" la strada fortemente contestata verso Chasiv Yar, chiave per Kiev per rifornire le sue forze al fronte. Minimizzare porterà a "una tragedia totale per la Russia", secondo Prigozhin che ha invitato quello che ormai è il suo principale antagonista, il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, a recarsi personalmente a Bakhmut per "valutare la situazione".

Fonti anonime del Cremlino citate dal think tank statunitense Isw hanno affermato che la retorica e le dichiarazioni degli ultimi giorni di Prigozhin stanno "disturbando seriamente i vertici" della Russia e sarebbero dovuti a un tentativo del cuoco di Putin di smarcarsi dalla sua incapacità di rispettare gli impegni sulla cattura di Bakhmut. I toni ufficiali di Mosca sulla situazione al fronte sono infatti ben diversi e tentano di dare l'immagine di uno scontro difficile ma alla pari, mentre il ministero della Difesa riferisce di aver respinto un'offensiva ucraina lungo una linea di 95 chilometri nel Donbass, rispondendo a 26 attacchi nella regione di Soledar in cui sono stati impiegati fino a 40 carri armati e oltre mille militari. Segnali di controffensiva, secondo i blogger militari russi che parlano di "operazione di accerchiamento" degli invasori nei pressi di Bakhmut.

Inviato cinese in missione

Kiev intanto resta vaga, all'indomani delle parole del presidente Zelensky – che domenica sarà a Roma – secondo cui serve ancora tempo per avviare le operazioni per liberare i territori occupati. Il futuro della guerra continua a giocarsi quindi sul terreno, dove continuano a morire i civili per i bombardamenti, le ultime vittime a Kharkiv e nel Kherson. Le armi restano quindi la prima necessità per Kiev, che ringraziando per Londra per gli Storm Shadow ha sottolineato tuttavia che i nuovi missili a lungo raggio "non eliminano la necessità di avere F-16". Il dibattito sui caccia occidentali è aperto, mentre secondo il ministero degli Esteri russo le nuove forniture britanniche sono già "un altro passo estremamente ostile" contro la Russia, "volto a portare a una grave escalation della situazione".

Per una soluzione politica si guarda all'imminente missione dell'inviato cinese Li Hui in Europa, ma la pace resta lontana. Intanto, la tensione è alle stelle, mentre anche il Sudafrica rimane al centro delle critiche dell'Occidente dopo che una telefonata tra Putin e il presidente africano Cyril Ramaphosa ha suggellato "la volontà di rafforzare il rapporti" tra i due Paesi, all'indomani della denuncia degli Stati Uniti secondo cui Pretoria ha fornito armi a Mosca per la guerra: "Una questione grave", secondo la Casa Bianca.

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